Morelli: “Il Comune non mi ha smentito, ora rinunci alla proprietà del San Giovanni e lo lasci libero”

Nuova stilettata del giovane curatore di mostre sulla possibile ileggittimità del possesso del complesso Monumentale del centro città

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di Stefano Morelli*
Mettiamo subito in chiaro una cosa: io, sinceramente, mi aspettavo di essere smentito. Davvero. Ma a questo punto l’unico modo per farmi smettere di evidenziare le contraddizioni di questa vicenda sarà quello di onorare la memoria di mastro Saverio Rotundo, U Ciacio, e collocare li dove stabilito la sua opera. Degnamente.
“Sul San Giovanni non esiste nessun problema,  la proprietà del bene é sempre pubblica”  così un comunicato stampa diffuso ieri dal comune di Catanzaro che suscita infinita tenerezza. Come un bambino che comprendo gli occhi con entrambe le mani urla alla mamma che il mondo non esiste.
“La proprietà rimmarà pubblica”, come il cielo sopra le nostre teste si spera. Sempre che, improvvisamente, Roberto il Giuscardo, risorto a nuova vita dopo un sonno millenario, non compaia a reclamare la proprietà del suo castello. Chi potrebbe sorprendersi a questo punto?
La questione é un’altra e non credo sia tratti di responsabilità o colpe. Se queste esistono riguardano l’intero panorama istituzionale e di certo non solo il comune. Dopotutto in una faccenda che immagino così intricata, antica e credo complessa, la ricerca di una qualsivoglia specifica responsabilità é solo un inutile gioco al massacro.
Qui non si tratta di colpe ma di `legittimità`. E quello che sembra chiaro a questo punto è che la Municipalità di Catanzaro non era legittimata a compiere molte delle scelte fatte sul piano culturale negli ultimi decenni. Diciamocelo con franchezza: non potrà che scendere un velo pietoso su tutte le implicazioni della vicenda ma non prima che queste siano sviscerate, che sia fatta chiarezza.
Questa sconfitta della burocrazia, che cade per sua stessa mano, rappresenta per me che sono antiburocratico fino al midollo per natura e formazione, un fatto positivo e ben augurante.
A questo punto, visto l’uso utilitaristico che da sempre la politica tutta attua nei confronti della cultura, bisognerebbe per prima cosa chiedere scusa ai tanti per cui l’arte é una religione e le idee una ragione di vita.
Scusa per i No ricevuti, scusa per per aver guardato dall’alto in basso gli autori della cultura cittadina, scusa per aver concesso o meno il bene, il Complesso munumentale, che non era di loro proprietà, e sono loro oggi a dirlo.
“Il Complesso monumentale del San Giovanni é un bene pubblico –  questo é certo e  – la sua funzione rimarrà pubblica , ma mi permetto di dare un consiglio alla Municipalità e alla classe politica cittadina : approfittate della situazione e fate finalmente qualcosa di grande; utilizzate la straordinaria occasione del paradosso burocratico e rinunciate a reclamare la proprietà del San Giovanni.
Mettetevi al suo servizio. Lasciatelo libero; rendiamo l’antico castello una roccaforte anarchica della bellezza, della poesia e dell’ambizione. Facciamolo in nome di Saverio Rotundo. Fatevi da parte perché, siete voi ad insegnarlo, bisogna Credere all’incredibile.
*Curatore di mostre e critico d’arte

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