San Floro: presentato il libro di Salvatore Guerrieri

La storia del paese in un’opera che ha visto la collaborazione del sindaco

 

Si è tenuta ieri 8 agosto presso Palazzo Pugliese, in San Floro, la presentazione del libro “SAN FLORO” opera di grande spessore scritta dalla mano di Salvatore Guerrieri. Al tavolo dei lavori, accanto allo storico e scrittore, il giovane sindaco del prefato paese, Bruno Meta che ha condotto l’incontro scardinando, con una serie di cruciali domande, i punti nodali del notevole testo. Di fronte, sedeva una nutrita platea composta da giornalisti, istituzioni e cittadini che ha preso parte all’evento con molto interesse. L’incontro ha avuto inizio con i saluti del sindaco, il quale ha innanzitutto spiegato le ragioni che hanno condotto alla stesura del testo in questione.

«A pochi mesi dal mio insediamento – ha affermato Meta – il Professore mi rese partecipe del nobile progetto. Immediatamente capii di non essere destinato a rimanere spettatore ozioso. Avevo il dovere morale di supportarlo con mezzi e risorse necessari al completamento del lavoro». E in questo, effettivamente, il sindaco Meta è realmente riuscito stante il fatto che, come da Egli stesso affermato, la pubblicazione del libro “SAN FLORO” è stata resa possibile proprio a mezzo dell’indennità del primo cittadino da questi messa a disposizione per la causa. E sulla storia sanflorese, come è stato detto nel corso di quello che è stato un vero e proprio convegno storico, sono stati scritti diversi libri, ma quello presentato ieri si caratterizza in maniera peculiare per la mole di lavoro, la quantità di notizie riportate, per l’attenzione rivolta sia ai piccoli che ai grandi fatti storici ma in particolar modo per il rigoroso metodo storiografico con il quale è stato redatto.

Questo è quanto ci consta a seguito degli autorevoli interventi uditi ieri a Palazzo Pugliese di quello che, a ben vedere, ha rivelato lo storico Guerrieri avrebbe dovuto chiamarsi non già San Floro, ma Solerio. È proprio questa la prima singolare notizia che lo scrittore ha fornito, sollecitato dalle curiose domande di Bruno Meta, non prima di aver specificato le ragioni che lo hanno condotto a redigere un lavoro su San Floro. Un lavoro che non è un’opera generale e generica, ma un testo che con dovizia di particolari ripercorre – ponendo grande attenzione all’autorevolezza delle fonti – fatti storici, ma anche tutto il ricco e profondo patrimonio antropologico della comunità, costituito da usi e costumi, leggende, tradizioni gastronomiche. A ben vedere, un testo che raccoglie tutto ciò che afferisce da una parte alla storia, dall’altra alla memoria di questo meraviglioso borgo calabrese. Sono stati spiegati anche i punti salienti attraverso i quali San Floro divenne un feudo e il momento in cui la residenza delle famiglie nobiliari succedutesi nel tempo venne a considerarsi da castello a castello con fortezza, quello che è oggi il bellissimo e caratteristico Castello Caracciolo. L’incontro è proseguito, e il sindaco Bruno Meta, riprendendo altre parti del libro ha voluto ripercorrere, in particolare, i punti relativi alla vita religiosa trattati nel libro. È stato spiegato che la vita religiosa di San Floro si consolidò con l’arrivo dei Padri Agostiniani attorno alla seconda metà del 500. Durante il loro sodalizio uno dei più importanti eventi avviati fu la Fiera di Sant’Anna, testimonianza di come l’attività economica del borgo fosse fiorente così come la produzione agricola e la bachicoltura.

«È mia intenzione, – ha affermato Bruno Meta – anzi ci tengo molto e spero sia possibile al più presto, in specie dopo la fine dell’attuale emergenza sanitaria riprendere la Fiera di Sant’Anna anche e soprattutto per la sua rilevanza storica». Per ciò che concerne l’aspetto religioso, altro tratto di cui al testo “San Floro” su cui i due intervenuti al tavolo dei lavori si sono soffermati ieri durante il convegno ha riguardato la Chiesa di San Nicola Vescovo eretta nel 1671, distrutta nel 1783 dal terremoto e poi riedificata nel 1805. È stato approfondito che nel ‘900 i parroci che si sono succeduti hanno dedicato molta attenzione al suo restauro. Peculiare il suo orologio, di cui Guerrieri, ha illustrato la sua funzione sociale. Il convegno è proseguito passando dalla rappresentazione della specificità di alcune fonti storiche quali il General Catasto Onciario dell’Università di San Floro  citato nel libro e utilizzato per la ricostruzione demografica, socio-economica e urbanistica del Settecento, per poi passare in successione cronologica al racconto della peste e al significato di una particolare tradizione sanflorese che ricorre ogni prima domenica di Maggio.

A seguire – in relazione al periodo storico del 1848 e seguenti – ha ripercorso i fatti più importanti relativi ai processi politici, al brigantaggio e alle reazioni avvenute nel paese nei confronti del nuovo governo e poi, in relazione al periodo fascista, ha menzionato i protagonisti di tale movimento rivelando le dinamiche e gli stravolgimenti politici affermatisi nel piccolo borgo.

L’interessante evento che ha presentato un’opera degna di indubbio plauso si è chiuso con la conclusione del sindaco Meta che, augurandosi  che vi sia qualcosa nel futuro prossimo venturo che «ci riscatti e ci lanci verso un futuro degno e radioso del nome che porta il nostro paese>>.