Cesare Berlingeri

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    Per comprendere l’arte di Cesare Berlingeri, artista contemporaneo calabrese (Cittanova; RC) , è necessario partire dal discutissimo concetto filosofico di “monade.”  Il termine  monade , dal greco (  mònos ; “uno”, “singolo”, “unico”) , assume diversi  significati  a seconda dei contesti in cui viene ascritto in ordine  temporale. Monade, nel senso di “ultima unità indivisibile”,  affiora ben  presto nella storia della filosofia greca,  infatti nella dottrina pitagorica, si ricorre a questo termine per indicare il principio (arché) da cui derivano tutti i numeri, la molteplicità di entità monodimensionali e tridimensionali. È  pero’ il filosofo seicentesco, precursore dell’informatica, Gottfried Wilhelm von Leibniz a maturare un’idea di monade più vicina al pittore in questione , in effetti per Leibniz  le monadi  sono “entità”prive di un  un inizio e una fine se non tramite creazione o annichilazione, sono indipendenti, poiché posseggono un’attività interna che non subisce influenze esterne. Di fondamentale importanza è, per il nostro scopo, comprendere il concetto per cui ogni monade deve racchiudere il potere di rappresentazione, riflettendo ora l’una , ora l’altra monade, affinché si possa in tal modo osservare l’ intero universo  rispecchiato. Allo stesso tempo, o meglio, considerando il concetto appena citato, ci appaiono i dipinti piegati di Berlingeri. Scrigni della memoria del luogo in cui sono poste, divengono inesorabilmente dominanti dello spazio circostante. Chi contempla tali opere mettendo in relazione alcune delle proprie facoltà sensoriali, s’accorge che molte sono accostabili ad oggetti in cammino.  L’ elemento più marcato di erranza è l’accostamento con le forme romboidali ed ovali dei cuscini, fagotti, pani, e ciotole. Oltre a ciò è possibile scorgere altri segni di migrazione: lievi incavi che contrassegnano alcune superfici  in controluce come se un leggero sonno avesse alloggiato su un cuscino, e ancora, solchi evidenti tracciati su altri volumi che paiono avere ospitato pesanti sonni . Berlingeri, specialista di sofisticazioni teatrali,  ha definito il  movimento virtuale dei segni che egli stesso traccia con grafite o carboncino, esternamente e internamente  alle sue pitture, simulando una sorta di messa in scena del segno. Nell’ evoluzione strutturale  del lavoro di Berlingeri  compaiono,  torsi di corpi a forma umana, le  cui articolazioni sono date da disegni. I segni di grafite o colore che ne delineano l’antropomorfismo,     producono delle vibrazioni ottiche unitamente alla nostra percezione gravitazionale. Si manifesta in tal modo, tra le pieghe, una vibrazione potenzialmente sonora, capace di comunicare elaborate e coinvolgenti emozioni.  Di Berlingeri colpisce lo straordinario attaccamento alla  terra di Calabria, una terra per certi versi magica e misteriosa dalla quale ha tratto ispirazione la   serie dal titolo “ Misteriosa”  in cui l’aspetto apotropaico, assume il sopravvento, prendendo spunto da un rito che soleva ripetere la propria madre utilizzando un potente amuleto avvolto in pezze di stoffa nera, il cui scopo era di esorcizzare il temutissimo malocchio. Aspetto quest’ultimo che l’artista rinnova in tutti i suoi soggetti.

     

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