Dennis Oppenheim
Più informazioni su
Con la denominazione di Land Art e Earth Works, ci si riferisce alle sperimentazioni artistiche più affascinanti ispirate alla natura. A partire dal 1967-68, negli Stati Uniti d’America e nei territori dell’Ovest americano vengono realizzate operazioni da parte di un gruppo di artisti i quali decidono di esprimere il loro disincanto provocato dal Modernismo, sperimentando il potere dell’arte al di fuori dei comuni spazi consentiti, intervenendo direttamente nei territori naturali come laghi salati, praterie e deserti, mettendo, così, in evidenza le dissonanze dell’epoca contemporanea. Poiché la Land Art elegge artisti di tutto il mondo, contraddistinti da approcci molto differenti di concezioni e realizzazioni addirittura contrastanti, non può definirsi un movimento che osserva i comuni paradigmi, infatti ciò che della Land Art ne fa un movimento è quella sottile trama basata sull’affinità concettuale. A questa singolare tendenza appartiene uno degli artisti più geniali della contemporaneità, Dennis Oppenheim il quale si distingue per la sua capacità di sorprendere senza invadere lo spazio pubblico.
La produzione di questo artista è costituita soprattutto di tracce documentali, immagini, video e filmati delle sue performances. Dennis Oppenheim, body-artist, offre un mirabile esempio di process art, poiché il suo intento è quello di esplicitare non solo l’opera, ma anche il suo processo formativo, dalla progettazione alla realizzazione, ne è un esempio questo suo “Reading Position for a Second Degree Burn”, che dimostra come l’artista si sia provocato una scottatura solare, proteggendo solo parte della pelle con un libro . Lo stesso Oppenheim afferma di essere arrivato alla Body Art partendo dalla Land Art ( 67-68 ). Negli anni Ottanta realizza installazioni enormi di oggetti immaginari e distorti corredati da luci e suoni, successivamente s’ impegna a realizzare opere per spazi pubblici, dirigendo la sua ricerca verso la Public art. L’interesse per il corpo, maturato attraverso le sue esperienze artistiche è un processo sempre più profondo, che si articola su un metro che va riducendosi inesorabilmente. La genesi del suo intimo processo pone l’interiorizzazione dei grandi corpi della terra dando così luogo ad esplorazioni attraverso tecniche talvolta auto lesive dei limiti estremi del corpo umano. Tuttavia il senso delle sperimentazioni di Oppenheim sembrerebbe , partendo dai segni macroscopici posti sull’ambiente naturale ( solchi sui campi innevati, profonde tracce sul terreno ), un atto simbolico di riappropriazione della natura da parte dell’uomo, riscoprendo la propria identità fisica e spirituale.