‘Io dializzato, positivo asintomatico al Covid-19, devo andare da solo a fare la terapia’

Il paradosso che vivono le fasce più deboli che, deboli lo erano già, ancor prima del Coronavirus

C’è il Coronavirus è vero. Ma poi c’è il resto. Ci dicono “restate a casa uscite solo se è urgente”. Ma poi non si trova il modo per far restare a casa chi vorrebbe ma non può perché non esiste, non è mai esistita, una filiera socio/sanitaria in grado di garantire davvero le fasce più deboli, che deboli lo erano già, ancor prima del Coronavirus. 

Accade così che un paziente dializzato, risultato positivo al Covid-19, ma asintomatico, riesca ad avere un’ambulanza a casa che lo prende e lo accompagna in ospedale per la cura necessaria, solo dopo aver minacciato di chiamare i carabinieri, ma solo per una volta, perchè in tutte quelle successive dovrà recarsi in auto al Pugliese, da solo o in compagnia di un membro della famiglia. 

Questa è la testimonianza raccolta da Catanzaroinforma ovviamente non sarà riportato alcun dato della persona interessata, ma crediamo che il nome di quest’uomo potrebbe essere il nome di tanti altri che oggi, non tanto davanti al dilagare del virus, quanto davanti all’impreparazione di fronteggiare l’ordinario in presenza dello straordinario, sono ancora più deboli di prima.

“Sono un umile operaio per mia sfortuna dializzato. Ho sempre lottato per vivere. Circa una settimana fa in dialisi mi dicono che dovevo sottopormi ad un tampone poiché un paziente era risultato positivo  al Covid19. Dopo aver fatto il tampone vado in dialisi a fare il solito ciclo di terapia. In serata mi comunicano che anche io ero positivo al Covid19.

A fine ciclo dopo aver fatto la visita al triage rimanevo per quattro ore seduto a terra, infreddolito nell’attesa che mi venisse fatto un torace dopodiché ritenuto asintomatico, sono tornato a casa con la mia macchina.

La mia quarantena prevede però tre spostamenti settimanali per sottopormi a dialisi. La mia domanda è: “Come arrivare al pugliese di Catanzaro visto la mia positività al covid19?”

Nei giorni seguenti ho chiamato in reparto per avere notizie, ma nessuno mi ha saputo dire nulla perché si aspettava risposta dalla direzione sanitaria. Le ore passavano e il turno di dialisi si avvicinava e nessuno dava informazioni per quanto riguardasse la tutela mia, e dei cittadini.

Poco dopo, venivo contattato dal reparto dialisi, mi hanno detto  che essendo asintomatico avrei potuto recarmi tranquillamente con la mia macchina.

Ho protestato , dicendo che avrei  provveduto a chiamare i carabinieri.

Dopo un paio d’ore vengo ricontattato, e mi viene detto che  avrebbero  provveduto a mandare un ambulanza. Arrivato a destinazione noto però che i miei colleghi di dialisi positivi al Covid19 non erano stati tutelati come me.

C’è chi era stato accompagnato dai familiari con la propria macchina e chi si recava anche da solo a fare dialisi con il proprio mezzo.

Ringrazio operatori, infermieri e medici e che mettono a rischio la loro vita per noi,  ma resto indignato e mortificato davanti l’indifferenza dei piani alti. Spero che venga preso un provvedimento serio per tutelare non solo noi dializzati ma tutti i cittadini”.