Sparatoria su viale Isonzo: muore un uomo. La gente urla: ‘Abbiamo paura!’ foto

.

Più informazioni su


    Sono circa le ore 20.00 quando su viale Isonzo, di fronte la ricevitoria di scommesse Menna, scoppia il caos generato a causa di diversi colpi d’arma da fuoco. Uno, due, tre, quattro colpi o forse più. Il rumore è simile a quello dei botti delle feste natalizie ma la gente per strada e che sta all’interno della ricevitoria capisce dalle urla che si tratta di una sparatoria e si nasconde. Pochi minuti dopo i presenti trovano il coraggio di uscire dalla ricevitoria per prestare i primi soccorsi all’uomo che è ferito e che giace a terra nel piazzale del parcheggio della ricevitoria. Nicola Duro di anni 26 incensurato, idraulico di professione, è a terra in una pozza di sangue e morirè poco dopo a causa dei due colpi che l’hanno trafitto mortalmente al fianco . Un suo amico, di fronte ad una citroen C2, presta i primi aiuti.

    Inseguito e sparato
    Da una presumibile, ma non confermata, ricostruzione, pare che l’uomo sia stato inseguito e poi sparato nei pressi della ricevitoria dove cercava rifugio. Sul posto giungono forze dell’ordine e ambulanza, ma il 118 giunge prima sul posto e porta l’uomo al nosocomio cittadino prima dell’arrivo di polizia e carabinieri che iniziano le indagini sul luogo facendo domande a testimoni (nessuno dice di aver visto nulla) e al proprietario del punto scommesse, assolutamente estraneo alla vicenda. Un centinaio di rom accerchiano le forze dell’ordine con qualche momento di tensione e qualcuno di loro si mette in auto all’inseguimento del personaggio misterioso. Da definire la relazione tra la vittima e i rom, considerato che il defunto non è di etnia rom. Fermato il proprietario dell’auto citroen C2 vicino alla quale era il corpo morente del Duro. Difficile stabilire se lo stesso era alla guida della C2 durante l’inseguimento oppure la vittima cercava di fuggire a piedi.

    Allarme sicurezza
    Problema sicurezza del territorio che ritorna a farla da padrona, al punto che lo stesso Menna e qualche suo cliente fisso hanno gridato con preoccupazione: ‘i nostri figli giocano in questo piazzale tutte le sante sere, oggi è stato un caso che fossero dentro con noi. Oggi è come se fossero rinati, perchè avrebbero potuto essere sul luogo della sparatoria e chissè come sarebbe andata a finire. Dobbiamo affidarci all’esercito? Fare una raccolta firme? Dateci risposte perchè cosè’ non si puè andare avanti. Abbiamo paura’. Sparare in un luogo aperto e molto trafficato- la gente fa la corsetta e gioca le scommesse in quella zona – per uccidere un uomo in un orario in cui d’estate c’è ancora il sole dovrebbe far riflettere gli organi competenti e bisogna prendere consapevolezza che, purtroppo, alcuni luoghi della cittè non passano alle cronache soltanto per i furtarelli e spaccio di droghe leggere che restano, comunque, problemi non indifferenti ma purtroppo rappresentano anche luoghi in cui si definiscono regolamenti di conti e quant’altro.

    Gianluigi Mardente

    Più informazioni su