19 marzo, quelli che hanno coraggio di fare il padre ed essere figlio

Auguri ai padri che non hanno vinto medaglie ma stanno nel mezzo e vivono tra due amori, due paure e due orgogli diversi

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    di Gianluigi Mardente 

    Sono uno qualunque, un padre che oggi si sveglia tra emozioni diverse. Come me, tantissimi altri. Siamo quelli dei 30,40,50 anni che viviamo al centro di un mondo d’amore, perchè di amore pieno e vero si tratta, e ci voltiamo una volta a destra e una volta a sinistra. Siamo quelli del doppio ruolo protagonista in una giornata di quasi primavera: siamo figli, ma siamo già anche padri. Auguri a tutti noi e soprattutto auguri a quello che ci circonda, noi siamo il centro di un cielo che ha le sue stelle più luminose ai poli opposti. Siamo quelli che dobbiamo prenderci gli auguri e quelli che li dovremo fare; quelli che sentiremo la poesia delle elementari e quelli che non avremo il dolce coraggio di ripeterla ad una vestaglia che guarda infreddolita un camino e un televisore. Sentiremo mani piccoline accarezzarci il volto; vedremo mani consumate, ruvide e tremanti chiederci un sostegno. Siamo quelli delle gioie e dell’orgoglio; della paura e della malinconia. Avremo minuti in cui ci proietteremo al futuro nello sguardo di un bambino; sentiremo attimi di tenerezza infinita nello sguardo profondo di un occhio lucido e miope che ci farà vedere un futuro che non vorremmo mai vedere. Oggi ci sarà un’oretta al parco e un’oretta di passeggiata o, forse, di vicinanza alla poltrona divenuta migliore amica. Ci sarà un’uscita di corsa dalla scuola e una corsa in ospedale per una visita. Siamo quelli nel mezzo, tra l’essere padre e il padre; tra l’amore dei figli e l’amore di un figlio; tra tutto quello che c’è da fare e quello che non si può fare più. Balliamo tra le troppe domande come “ perchè papà?”, alle raccomandazioni paradossali impartite ad un uomo: “stai attento”. Siamo quelli con velocità diversa: corri col bimbo e prova a stargli dietro; vai lento con quel padre e rispetta quel passo rallentato dalle fatiche della vita. Nessuno dei due ha i denti perfetti: ci sono quelli da latte e ci sono quelli da dentiera. Uno guarda quelli dell’altro e si prendono magnificamente in giro come fossero due amici. La partita sul tappeto dura tantissimo per uno, pochissimo per un altro che grida “nonno ancora”. Siamo quelli che dobbiamo decidere cos’è giusto, intuire se il piccolo ha esagerato o il grandissimo deve ancora dare qualcosa in più. Si, siamo anche arbitri delle partite (e dell’amore) nonno-nipote.

    E tutto gira attorno al ruolo di papà. Auguri ad ogni padre qualunque del mondo: quello che non ha vinto mai medaglie ma ogni giorno deve parlare due lingue diverse per interpretare due amori lontani ma molto vicini. Auguri alla gioia e all’orgoglio; ma anche al rispetto e alla gratitudine. Auguri all’ansia del colore speranza e al magone del colore malattia. Auguri all’abbraccio di loro due perchè sono la tua realizzazione. Auguri a quella voglia matta di correre sempre e scoprire un nuovo gioco; auguri a quel mal di testa per le troppe corse in salotto. Auguri alla comprensione e agli errori che stanno in entrambi i mondi e auguri per tutte le volte che quelli come noi non stanno nel mezzo perchè tuo padre educa tuo figlio. Pensa che bello: c’è un momento in cui tuo figlio è anche tuo fratello, figlio dello stesso splendido uomo. Auguri a tutti quelli che stamattina si son svegliati davanti ad un sorriso di un bambino di 8 anni: auguri papà. Auguri a tutti quelli che stasera dovranno tenere la mano ad un uomo di 80 anni e dirgli che sono felici di averlo avuto come padre. Grazie a chi il padre lo ha fatto, seppur sbagliando. Grazie a chi sceglie ancora di sposare l’amore e sacrificare un po’ di se stessi per riscoprire un qualcosa di più grande. Grazie a chi urla “stai fermo con quel pallone” ma poi trova le forze per sospirare “va bene, un tiro lo faccio anch’io”. Grazie a quei padri che dimostrano ai figli come si sta al mondo: rispettando e amando la madre. Papà, non sei quello che dici ma sei quello che fai. E’ troppo dura, difficile ,impegnativa ma i figli sono del mondo e per salvarlo bisogna avere il coraggio di essere padri. Auguri, amici coraggiosi.

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