Case occupate e accampamento Rom, a che punto sono Aterp e Comune? foto

La Questura certifica ancora una volta situazioni di grave abusivismo, ma dalle autorità civili preposte ancora nessun segnale verso la bonifica delle aree

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    di Giulia Zampina

    Ora è tutto scritto nero su bianco. Non che prima non lo fosse. Non che prima di ieri non fosse tutto noto a tutti. Ma ora c’è un provvedimento di un tribunale, che ha agito con tempestività a seguito delle immediate verifiche condotte dagli agenti della Squadra Volanti agli ordini del Vicequestore Giacomo Cimarrusti, della Questura di Catanzaro diretta da Amalia Di Ruocco, che, al di là della singola  fattispecie certifica un dato di fatto.  E ora c’è soprattutto una legge che si chiama Decreto Salvini e che impone l’immediato sgombero delle case occupate abusivamente e, ancor di più la bonifica delle aree in cui ci siano accampamenti, perché la parola giusta è proprio accampamenti, in cui vivono spesso dei soggetti pluripregiudicati e dove sono costretti a crescere dei minori a cui viene negata ogni opportunità di sperare in un avita diversa.

    I fatti. Un uomo viene arrestato, (LEGGI NOTIZIA DI IERI) il giudice, a seguito di udienza di convalida dispone gli arresti domiciliari, ma dopo il primo sopralluogo dei poliziotti quella casa in viale Isonzo risulta occupata abusivamente dalla compagna dell’indagato. E’ un appartamento Aterp, l’occupante, suocera dell’indagato, è destinataria del decreto di rilascio di alloggio occupato senza titolo, mai eseguito. Gli arresti domiciliari, secondo la legge, non possono essere eseguiti in un alloggio occupato abusivamente. L’uomo allora indica un altro domicilio. Via Lucrezia della Valle numero 38, ma quell’indicazione non a riferimento ad un’abitazione specifica, bensì ad una serie di baracche, costruite abusivamente e non censite, frutto di una continua serie di costruzioni ed opere murarie abusive, mai regolarizzate o accatastate, in cui abita una cospicua rappresentanza della comunità Rom dedita ad attività illecite. Il tribunale, accogliendo le sollecitazioni degli uffici della Questura, dispone che l’indagato sia condotto in carcere.(LEGGI LA NOTIZIA DI IERI SERA)

    Il prima ed il dopo. E fin qui i fatti di cronaca. Ma rispetto a questi esiste un prima ed un dopo. Il prima è  l’espansione di questo accampamento Rom in una zona neanche più così periferica della città, dove ad esempio nel 2016, (LEGGI LA NOTIZIA DEL 2016) a seguito del crollo di un muro, i residenti abusivi di quell’area chiesero interventi al Comune, non sottraendosi alle telecamere e accampando dei diritti. Il dopo è capire, rispetto alle occupazioni abusive degli alloggi della zona sud del capoluogo e all’esistenza di questo accampamento, alla luce delle disposizioni del decreto Salvini, Comune ed Aterp, gli unici responsabili, a vario titolo, delle aree e degli immobili, cosa intendono fare.

    Le forze dell’ordine hanno dimostrato ancora una volta celerità e solerzia nel controllo del territorio e nella capacità di dare risposte all’esigenza di sicurezza dei cittadini, la magistratura ha risposto con tempestività e senza tentennamenti ai rilievi dell’Upg della Questura, il corto circuito si crea purtroppo quando a dover scendere in campo sono gli altri enti, gli unici in realtà preposti a mettere in campo quelle politiche di prevenzione che dovrebbero essere propedeutiche a qualunque discorso riguardi la sicurezza e che non sia solo un insieme di parole.

    (Le immagini si riferiscono al servizio di Giulia Zampina e Antonio Capria realizzato nell’accampamento Rom di Via Lucrezia della Valle nel 2016 da Catanzaroinforma)

     

     

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