L’estate tarda ma l’amara verità è che Catanzaro non attira turisti foto

Le criticità del settore evidenziate dagli imprenditori che ringraziano chi sceglie i loro stabilimenti sapendo però che si tratta di 'locali'

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    di Maria Teresa Rotundo

    L’estate tarda ad arrivare e se da un lato ci sono gli amanti della bella stagione che si lamentano per il maltempo che sembra non voler dare tregua, dall’altra ci sono gli operatori balneari che, proprio a causa del maltempo, iniziano con difficoltà ad avviare le proprie attività. E con un ritardo sulle tabelle di marcia è importante per i proprietari dei lidi fermarsi a riflettere per un confronto che possa mettere in evidenza vari aspetti del loro bello quanto sacrificato lavoro. “Di certo quest’ anno si partirà penalizzati – sottolinea FIBA Confesercenti dopo un confronto con gli operatori – Le temperature decisamente al di sotto della media stagionale avranno di sicuro un effetto negativo sull’ economia delle imprese balneari che hanno dovuto rallentare le consuete operazione di inizio attività. E poi, il maltempo è stato anche causa di rallentamento della pulizia delle spiagge.”

    Le anomale temperature, che registrano valori simili a quelli di fine estate, hanno causato il rallentamento delle attività, molte delle quali si trovano ancora alle prese con il montaggio delle strutture e non possono offrire un servizio in quei brevissimi attimi di tregua, quando il tempo è clemente. Ma non è solo il maltempo a preoccupare gli operatori perché ci sono altre riflessioni da aggiungere. Il periodo di effettivo lavoro per gli stabilimenti catanzaresi è al di sotto dei due mesi, e soprattutto negli ultimi anni il tempo di intenso e redditizio lavoro si è ridotto a venti giorni circa. Ma perché?

    “Quello che manca è la materia prima ovvero i turisti propriamente detti – continua FIBA Confesercenti – Il successo per le imprese turistiche e quindi anche le balneari, a parte la strettissima dipendenza dalla temperatura climatica, è dato prevalentemente dall’afflusso dei turisti. Il vero turista, essendo in vacanza per un determinato periodo, sicuramente non lunghissimo, è nella condizione di apprezzare determinati servizi e spende il dovuto corrispettivo. Tutti noi in genere quando ci spostiamo per fare vacanza, siamo predisposti e consapevoli che in quella settimana, ad esempio, sicuramente spenderemo qualcosa in più perché abbiamo scelto di fruire di esperienze e servizi differenti dall’ordinario, che contribuiranno a regalarci il ricercato relax e stacco dallo stress quotidiano – prosegue –  Gli utenti degli stabilimenti balneari di Catanzaro, che si ringraziano e verso i quali si esprime gratitudine, sono per la maggior parte persone del luogo,  proprietari di seconde case che non vivono lo status di turista.”

    Considerazioni queste che fanno riflettere soprattutto perchè la città da troppo tempo dice di voler fare del turismo il suo punto di forza, ma poi, di fatto, non riesce a spiccare il volo. E così chi vorrebbe offrire servizi innovativi e originali non lo fa, perché non può farlo, perché i suoi sacrifici non verrebbero ripagati. Dietro il lavoro degli operatori balneari c’è tanta fatica, investimenti, sacrifici e forse dall’esterno non sempre vengono compresi: “Continuare l’attività oltre il famigerato 31 agosto è quasi impossibile – prosegue –  gli utenti si ritirano dalle spiagge con l’inizio della scuola, a rimanere sono solo in pochi, e non bastano a  compensare le spese di mantenimento di una struttura balneare, non è che gli imprenditori balneari non abbiano voglia di lavorare! Si ritorna così al punto di partenza, se ci fossero i turisti propriamente detti forse si riuscirebbe a destagionalizzare e nel contempo consentire ai pochi del luogo di poter continuare a fruire dei servizi dello stabilimento balneare.”

    E con queste affermazioni è chiaro che, da parte degli imprenditori balneari, la voglia di lavorare almeno 6 o addirittura 12 mesi ci sarebbe, purtroppo in assenza di materia prima non si riesce. Per loro è anche difficoltoso trovare dei collaboratori qualificati: “Ce ne sono tanti, ma non potendo aspirare a periodi di lavoro medio lunghi, scappano, ovviamente, in altre regioni dove non si lavora solo per 2 mesi l’anno.”

    A questo si aggiungono le difficoltà burocratiche cui spesso gli operatori vanno incontro, avvertendo anche assenza di comunicazione e di coordinamento tra i vari settori afferenti allo svolgimento della propria attività. Ma nonostante tutto, anche se è chiaro lo scoraggiamento di tanti gestori, è pur vero che il loro impegno a rendere degnamente fruibili le spiagge di Catanzaro è sempre costante, e che non manca in loro la voglia di crescere e far crescere l’economia della città: “Sono tante le ricette che si potrebbero proporre per dare una svolta, ma bisogna iniziare prima dalle basi, si potrebbe pensare a rendere maggiormente accessibile la Marina di Catanzaro, decongestionando il traffico promuovendo l’uso di navette a ciclo continuo tale da scoraggiare l’utilizzo dell’autovettura – conclude Fiba – si potrebbe poi pensare di intraprendere collaborazioni/convenzioni con gli alberghi, con il centro Città, superare la barriera dell’individualismo e soprattutto ragionare a mente aperta.”

     

     

     

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