Imu e Tasi in scadenza. Confedilizia: ‘Si riducano le aliquote’

Immutate nel capoluogo. Confedilizia Catanzaro ne aveva più volte chiesto la riduzione

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 Entro lunedì prossimo 17 giugno i proprietari di immobili sono chiamati a pagare l’acconto per Imu e Tasi relativo all’anno 2019. Dovranno cioè versare nelle casse dei Comuni (e dello Stato per la parte di sua competenza per gli immobili di categoria catastale D) oltre 10 miliardi di euro e questo per l’ottavo anno di fila (a partire, cioè, dalla riforma Monti del 2012, per un totale complessivo di prelievo che nel 2019 raggiungerà i 150 miliardi di euro).

La novità principale di quest’anno è che i Comuni, a differenza del triennio scorso, potranno deliberare aumenti delle aliquote per le varie tipologie di immobili sottoposte alle due imposte (quali, per esempio, abitazioni principali di categoria catastale A1, A8 e A9, seconde case, negozi, aree edificabili ecc.). Ad un primo esame delle delibere pubblicate sul sito delle Finanze (alla data del 4 giugno scorso), già si possono segnalare alcuni Comuni capoluogo di Provincia.

A Catanzaro, le aliquote sono rimaste immutate e a livello massimo con il 10,6 per mille, nonostante, soprattutto a partire dal perfezionamento dell’accordo territoriale per i contratti concordati di locazione del 17 ottobre 2018, Confedilizia Catanzaro, insieme ad altre sigle sindacali, avesse più volte richiesto la loro riduzione. Essa consentirebbe la diffusione e l’appetibilità dei contratti concordati di locazione, che possono avvalersi delle favorevoli previsioni del citato accordo territoriale del 17 ottobre 2017 e del regime fiscale agevolato della cedolare secca del 10% e, nello stesso tempo, potrebbe innescare un meccanismo virtuoso per il rilancio del settore immobiliare, che è trainante per tutta l’economia.

Auspicabile, e a livello più generale, una riforma radicale del sistema, e la sotituzione di Imu, Tasi e Tari con un tributo ridotto, effettivamente legato ai servizi e deducibile dal reddito di persone fisiche e imprese. Un intervento sarebbe del pari opportuno anche per l’affitto non abitativo, ove la situazione è ancora più grave.

Come più volte segnalato, o Comuni, tra i quali ancora Catanzaro, non prevedono quasi mai aliquote specifiche per la locazione di locali commerciali. Di conseguenza, in questi casi viene applicata l’aliquota ordinaria, che in media è pari al 10,5 per mille. Nel complesso, le imposte, statali e locali (ben 7: Irpef, addizionale regionale Irpef, addizionale comunale Irpef, Imu, Tasi, imposta di registro, imposta di bollo), arrivano ad erodere fino all’80% del canone di locazione, anche per via della irrisoria deduzione Irpef per le spese, pari al 5%. Senza considerare il rischio di morosità e quello di sfitto che contribuiscono ad azzerare la redditività dell’investimento.

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