Sentenza Jonny, dall’operazione del 2017 alle condanne di oggi foto

La ricostruzione del romanzo criminale scritto negli anni nel capoluogo e svelato grazie al lavoro dei magistrati della DDA e all'intuito investigativo di due marescialli prematuramente scomparsi CONDANNE PESANTI, NOMI E PENE INFLITTE

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    di Giulia Zampina

    Due anni , un mese e tre giorni. No, non è l’esito di una ulteriore condanna per l’operazione Jonny  (LEGGI LA NOTIZIA DEL 15 MAGGIO 2017)di cui qualche ora fa è stata letta la sentenza nell’aula bunker di Catanzaro. Due anni, un mese e tre giorni è il tempo che ci è voluto agli investigatori ed inquirenti per avere ragione delle indagini di una delle più grosse operazioni di polizia degli ultimi anni condotta tra Catanzaro e Crotone, che non ha solo portato in carcere più di 60 persone, che non ha solo tolto il velo sulla scellerata gestione del centro di accoglienza per immigrati di Isola Capo Rizzuto, ma che ha minuziosamente ricostruito, nelle oltre 2000 pagine di ordinanza, il romanzo criminale del capoluogo di regione. Tassello dopo tassello, pezzetto dopo pezzetto sono stati ridisegnati i contorni di omicidi, estorsioni, rapporti tra imprenditori e malavita, tra politica e capi di piccoli sodalizi locali direttamente dipendenti dalla consorteria crotonese.

    IL RUOLO DEL COLLABORATORE SANTINO MIRARCHI

    E’ Santo Mirarchi, diventato collaboratore di giustizia dopo l’ultimo arresto,  la gola profonda che racconta agli investigatori la geografia criminale del capoluogo. Si assume la responsabilità dell’omicidio di Luigi Grande,  (LEGGI LA NOTIZIA) ritrovato carbonizzato nella campagne di San Floro e  sparito pochi giorni dopo la scomparsa di Giuseppe Fraietta, trovato anche lui morto.

    JONNY ED I LEGAMI TRA IMPRENDITORI E CONSORTERIE CRIMINALI

    Parla di tutti quegli imprenditori catanzaresi pronti a pagare, di quegli appuntamenti allo svincolo della SS 280 per consegnare il dovuto pur di stare tranquilli (LEGGI LA NOTIZIA) e poi l’utilizzo di quella manovalanza appartenente alle famiglie Rom dedite alla malavita. Delle ‘grandi imprese’ protette direttamente dalla malavita Crotonese e di quelle invece che dovevano rispondere alle famiglie rom catanzaresi versando delle prebende a date stabilite, Natale, pasqua e Capodanno.

    GLI OMICIDI DI ‘TORO SEDUTO E MICU ROTALISCIA ED IL LEGAME CON PASSO DI SALTO

    Ma Santino Mirarchi ricostruisce anche gli omicidi di Mucu Rotaliscia (LEGGI) e del capo della comunità Rom Toro Seduto (LEGGI) 

    Trascorre appena un anno e gli stessi nomi, le stesse dinamiche si ripropongono nella seconda operazione di polizia Passo di Salto. In un continuum criminale che disegna quella linea rossa del male che attraversa il capoluogo. Una linea che tutti conoscono ma che tutti fanno finta di non vedere, salvo inciamparci e sperare di rialzarsi presto.

    Con Jonny inizia anche il periodo delle interdittive antimafia per le imprese coinvolte a vario titolo nei rapporti con le persone indagate e condannate. (LEGGI)

    IL LAVORO DELLA DDA E DEI DUE MARESCIALLI DA CUI TUTTO EBBE INIZIO

    Due anni , un mese e tre giorni per dare ragione al lavoro dei magistrati della DDA, Domenico Guarascio e Debora Rizzo, che hanno creduto nella bontà di quelle indagini, 763 giorni perché la Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, raccolga i frutti di un lavoro certosino in qualche modo ‘riesumato’ da quella colonna di carte che spesso non si riescono a smaltire. Due anni , un mese e tre giorni perché anche la memoria abbia il suo tributo. La memoria dei due marescialli dei carabinieri Gianni Tropea e Vincenzo Costantino che hanno sacrificato il loro tempo e la loro vita pur di non farsi sfuggire un particolare, perché, in questo tipo di operazioni il pericolo di trascurare qualcosa è reale e se questo accade il rischio di veder crollare tutto è davvero grande. (LEGGI)

    E la sentenza di oggi, in qualunque cosa di superiore si voglia credere, è anche una loro vittoria da condividere idealmente con i colleghi delle forze di polizia che vi hanno contribuito e con le loro famiglie che oggi forse non avranno consolazione della loro prematura scomparsa ma certamente un motivo in più per essere orgogliosi

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