Per ‘Marco Polo’ e ‘Resto al Sud’ è tempo di report

Presentati alla Biblioteca De Nobili i primi dati sugli incentivi alle imprese nel progetto di cui Catanzaro è Comune capofila e nelle altre aree e Regioni


di EllennE

È tempo di primi consuntivi per il Piano Locale di Lavoro “Resto al Sud”, la misura incentivo che si prefigge di sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate dagli under46 nelle regioni del Mezzogiorno. Nell’ambito di questi piani si è inserito, fina dall’inizio il progetto “Marco Polo” di cui il Comune di Catanzaro è capofila, e che ha coinvolto i comuni di Borgia, Caraffa, Carlopoli, Cicala, Conflenti, Decollatura, Settingiano, Squillace, Miglierina, Platania, San Pietro Apostolo, Serrastretta e Tiriolo, è finalizzato alla promozione dell’innovazione nelle imprese che operano nel settore dell’artigianato attraverso le nuove tecnologie e le strategie di internazionalizzazione. Il Marco Polo è solo uno dei 14 piani locali individuati nella regione, uno per ciascun ambito nel quale il territorio calabrese è stato diviso.

Alla biblioteca De Nobili l’Assessorato alle Attività Economiche del Comune di Catanzaro  e la Digital@b, uno degli enti accreditati, si sono dati appuntamento per presentare insieme un resoconto delle attività svolte finora, il Comune per quanto riguarda le attività di a connesse al Marco Polo, e Digital@b per un report complessivo della misura “Resto al Sud” nelle 8 regioni coinvolte, con particolare attenzione alla Calabria

Come hanno raccontato Alessio Sculco, assessore alle Attività economiche del Comune e Antonino Ferraiuolo, dirigente del settore, le attività hanno riguardato gli incontri con il partenariato, le imprese e i tirocinanti; l’organizzazione e la gestione dei corso di formazione e marketing, la gestione dello sportello informativo, le conferenze di presentazione, la sensibilizzazione di reti di imprese filiere produttive, servizi web dedicati con dominio web e pagina Facebook, le attività di gestione e coordinamento. Tutte fasi culminanti nella creazione di tre sportelli per le imprese , a Catanzaro, Borgia e Carlopoli, e nello svolgimento di due workshop molto partecipati e utilissimi, uno sul marketing digitale e uno sulla finanza agevolata, che poi sono i due cardini su cui una giovane impresa deve necessariamente puntare se vuole nascere e crescere. Docenti dei due workshop sono stati gli stessi beneficiari della misura. Una di esse, Caterina Fanello, è intervenuta per brevemente raccontare la sua esperienza culminata nella creazione di una impresa incentrata sul neuromarketing. Con ciò sodisfacendo in pieno una delle priorità volute da Invitalia nel bando originario, ovvero l’innovazione, anche se inserita nelle filiere produttive proprie del territorio. 

Su questo aspetto si è propriamente dilungato Enrico Mazza, presidente del Cda di Digital@b: «Abbiamo contattato direttamente Invitalia a Roma, con l’idea di fornire un report che analizzasse i primi 15 mesi di attività di questo strumento che potesse anche fungere da guida pratica per tentare di aumentare il numero delle domande ammesse.  Sulla misura “Resto al Sud” il ministero dello Sviluppo economico ha programmato 1.250 milioni di euro, immaginando di investire questa somma in 5 anni. Nei primi 15 mesi ne sono stati spesi meno di quanto si pensava di fare nel primo anno. È evidente che qualcosa non va: questo report vuole analizzare tutte le fasi dal bando al finanziamento effettivo e individuare le criticità perché tutti i soggetti a partire da Invitalia, e poi i preponenti, gli istituti di credito, gli enti accreditati, ognuno nel proprio ambito,  possa contribuire affinché  le domande siano meglio impostate per raggiungere l’obiettivo dell’approvazione».

La domanda è solo il primo step di una procedura necessariamente più lunga. Il secondo è il colloquio con Invitalia dei titolari dell’impresa preponente ammessa, e questo è uno dei momenti cruciali dell’iter. Seguono la soddisfazione dei criteri necessari , tra i quali fondamentale la cosiddetta “bancabilità” del soggetto, e infine l’accoglimento o meno della domanda e la successiva creazione dell’impresa o dello spin off di impresa.  

Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste nel contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo; nel finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le Pmi. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi. 
Chi fosse interessato a conoscere lo stato attuale del Piano, con le percentuali delle domande ammesse e i rispettivi finanziamenti erogati, così come la guide per non incorrere nei più comuni errori procedurali, può consultare il report che è disponibile sui siti comunecatanzaro.it/banner/sportello-marco-polo/ e mia.servizi.it.

Presenti all’incontro alla De Nobili anche il dirigente generale del Dipartimento lavoro della Regione Calabria Roberto Cosentino e il dirigente regionale Cosimo Cuomo, ritenuto all’unanimità il “padre” dei Piani locali per il lavoro che hanno dato anticipazioni sulla loro integrazione con la nuova programmazione europea 2017/2021 di cui proprio in questi giorni si stanno gettando le basi.