A Caraffa, nel villaggio dei 150 randagi che vivono felici foto

Una struttura gestita esclusivamente da volontari in oltre tre ettari di terreno collinare. Ecco come funziona

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    Di Laura Cimino

    Sono oltre centocinquanta cani. Meticci. Hanno bisogno di cure e di cibo che ogni giorno ricevono. C’è un grande cane cieco. Altri sono in via di guarigione, molti sono stati presi moribondi. ‘Vede questa? L’hanno buttata qua’. E’ la cagna Liliana, l’ultima arrivata. Sta in disparte, sembra spaesata. Gli altri abbaiano e corrono nei tre ettari e mezzo di terra in collina e natura che è spazio loro. Sono animali felici. Si vede. Vivono un po’ nei loro recinti, un po’ in libertà, sempre all’interno del grande spazio recintato del villaggio. Accuditi con amore dai volontari. E’ il ‘Villagio dei randagi’, nel verde di Caraffa, un luogo unico in tutta Italia e probabilmente non solo.

    Una forma a dir poco alternativa di ‘canile’, perché un canile non è. Non riceve sovvenzioni pubbliche di alcun tipo e vive delle somme regolarmente pagate da una ventina di soci volontari che hanno molto a cuore questi animali, dalle donazioni a distanza, dal cinque per mille, dalle tessere e dalle libere donazioni. Ma il Villaggio dei randagi di Caraffa è soprattutto il prodotto del lavoro di oltre trent’anni a servizio dei cani abbandonati compiuto dalla presidente dell’associazione animalista che porta avanti tutto, Aldina Stinchi, che ogni giorno, che ci sia afa o sotto i temporali, è sempre a Caraffa, supportata dall’operaio e durante i festivi dai volontari, per i suoi amati randagi.

    Sottratti a morte di stenti o di strada. Un impegno per i cani in prima persona cominciato nel 1995, e tra vicende alterne, battaglie, contatti frequenti anche con la magistratura. Fino a undici anni fa. Quando con il contributo importante di alcuni volontari di Satriano che hanno messo a disposizione denari e mezzi è nato il Villaggio dei randagi. Dotato di luce, acqua potabile e cucina.

    ‘Io studio da sempre il comportamento degli animali – racconta Aldina Stinchi – e così i nuovi arrivati vengono messi all’inizio in un recinto piccolo e osservati per vedere come si rapportano agli altri. Gli animali come gli uomini sono ‘sociali’. Hanno bisogno di una società in cui inserirsi’. Perché, sottolinea la presidente del Villaggio, ‘ogni cane ha un carattere diverso. Ogni animale. Proprio come gli esseri umani. Le razze non c’entrano quasi nulla. E gli animali vanno più o meno d’accordo tra loro. In base a questo vengono messi insieme. Le cucciolate vengono smistate a famiglie fidate che vogliono adottare i piccoli cani. I grandi invece vengono lasciati lì dove sono, nel posto in cui da anni si sono ambientati’.

    VISTI DA VICINO 

    E’ sorprendente l’esperienza che si vive camminando all’interno del Villaggio dei randagi di Caraffa. Si ha la sensazione di essere in fondo ospiti di un ambiente che è in modo incontrastato il loro. Degli animali. I cani accolgono abbaiando, ma non è aggressività. E’ la reazione verso ‘la novità’. Poi sono calmi. Si lasciano accarezzare. Tutti. Si vede che sono animali che ricevono amore. Mangiano cinque volte a settimana un pasto caldo che consiste in pasta e carne  e due volte a settimana crocchette. 

    Scavano buche, scorrazzano nella natura e negli spazi grandi a disposizione. ‘Siamo osservatori da sempre alle loro esigenze e ai loro comportamenti – spiega Stinchi – e quindi nei recinti, tra quelli più piccoli e quelli più grandi, mettiamo insieme i cani che vanno più d’accordo’. Gli animali hanno cucce e tettoie, capanne di legno, cure mediche,  e il cibo e le medicine di cui i randagi hanno bisogno vengono procurati tramite le donazioni. Ma al Villaggio c’è molto bisogno di volontariato, e si spera di trovare nuove forze.

    Gli animali custoditi sono oltre centocinquanta. Ci sono stati anni in cui c’erano molti più volontari e i radagi erano anche trecento. Ma come arrivano al Villaggio? Vengono presi dalle strade e portati lì. I maschi sterilizzati. Poi una parte dei volontari paga una quota di 50 euro al mese. Ma le necessità  sono tante. ‘Ho amato gli animali da sempre – racconta Aldina Stinchi – con imput da piccolissima da mia madre: da parte sua vedevo amore nel modo di osservarli.

    L’impegno animalista da parte di Aldina Stinchi è continuo. E’ in forte contrapposizione verso modi di trattare i radagi ‘che non condivido, perché se sugli animali si deve speculare, se devono vivere in lager, senza spazi vitali, senza libertà, che senso ha?’. Oggi il Villaggio dei randagi di Caraffa è un’esperienza studiata da animalisti di tutta Europa che vengono a conoscere un modello alternativo di gestione dei randagi. ‘Che dovrebbe divenire – racconta Aldina Stinchi – il modello studiato e sovvenzionato pubblicamente e da utilizzare senza sprechi, business e nel rispetto dell’animale, dappertutto’.

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