Da New York alla provincia di Catanzaro per cercare le proprie radici

Il viaggio particolare della famiglia Caiola: dagli Usa a Marcellinara 


La storia della comunità di Marcellinara, paesino catanzarese che si affaccia sull’Istmo che diede il nome all’Italia, è intrisa di misteri, leggende e fatti realmente accaduti. C’è chi sostiene che la fondazione derivi dall’incursione dei Saraceni subito dopo l’anno mille, in onore del vescovo Marcello. C’è chi (la fonte più accreditata) la colloca subito dopo i Vespri siciliani quando, grazie alla cacciata dei francesi dall’Isola, venne ridisegnata la carta del Sud d’Italia. C’è chi scomoda addirittura Omero, quando Ulisse vi approdò nell’ultima tappa del suo lungo e faticoso viaggio di ritorno. E mentre ci facciamo coccolare dalle grandi gesta degli uomini del passato, concediamoci una ventata di aria fresca, con testimoni diretti. Della famiglia Caiola che dal New York, dove emigrarono i trisavoli, toccheranno con mano quella terra, sentiranno quei profumi, incontreranno quelle radici. Le loro radici. Raggiungeranno Marcellinara giovedì 14 novembre Robert Joseph Caiola, sua moglie Sally Collier e i loro figli: Cathleen, James e Robin. Ad attenderli tutto un paese in festa. Parenti lontani e prossimi. 
L’evento del ritorno, intitolato “Calabrians among Calabrians”, è organizzato da Letizia Sinisi, fondatrice di ItalyRooting Consulting ed esperta di turismo delle radici, e seguito dal ricercatore e Rooting Planner  Marco Toscano. Un modello che si ispira allo stile di viaggio esperienziale Rooting. 
Questa è una storia di radici che non si dimenticano. Che si cercano. Che si abbracciano. Questa è una storia di riscatto. Luigi e Rosetta, trisavoli di Robert, emigrarono negli Stati Uniti dopo la nascita del loro Eugenio intorno agli anni ’80 dell’800. Anche loro, forse, avvistarono la grande statua della Libertà prima degli altri come nel film “La leggenda del pianista sull’oceano” di Tornatore. Emblema di una terra che prometteva un futuro migliore. Che hanno avuto poi. Venivano dalla Calabria, appena unita all’Italia, e insanguinata dalla protesta etichettata troppo velocemente come brigantaggio. Per italianizzare, si disse, persone che avevano solo il torto di aver combattuto la guerra per un pezzo di terra e per un tozzo di pane. Promessi e non più dati.  
Quel pane Luigi e Rosetta sono riusciti a darlo ai figli. Uno dei nipoti è Joseph. Chimico apprezzato ed esperto di politiche ambientali. Al quale piace accompagnare le formule ai fondamenti filosofici di Leopold, Thoreau, Eiseley, Janovy, Carson e altri. Sua moglie, anche lei ambientalista, ha lavorato come volontaria del Corpo di Pace in Etiopia nei primi anni dell’iniziativa del Presidente Kennedy per porre i giovani in prima linea nella costruzione della pace. Come Country Director dei Peace Corps in Swaziland e Zimbabwe negli anni ’90. E continua a lavorare come terapeuta e personal coach.
I figli: Cathleen è coach sanitario e vive ad Amsterdam, James fa il restauratore a New York e Robin è una fotografa e vive anche lei nella Grande Mela. 
Una curiosità. Tra le tante sorprese che ci saranno il prossimo giovedì. Anche il sindaco, Vittorio Scerbo al suo secondo mandato elettorale, è un parente lontano dei Caiola (Caiola in americano, mentre il vero cognome originario è Cajola. nda), in quanto discendente diretto di Rosetta Scerbo.  
“Ormai si è diffusa la voce che tutti quelli che portano il cognome “Scerbo” nel mondo siano nati o discendano da Marcellinara. E’ epigenetico, diciamo” (sorride, ndr). “Da parte nostra è un motivo di orgoglio ricevere la famiglia Caiola che discende dai nostri antenati. E ci impegneremo ad accoglierli nel migliore dei modi” – continua. “Il nostro augurio – conclude – è che possano ritornare per essere, grazie anche alle loro competenze, da supporto alla valorizzazione della nostra e della loro terra”.