Cosa faceva il ‘factotum’ delle prostitute per agevolare l’attività
Dal posto in cui esercitare fino al cambio della bombola del gas. Il 34enne arrestato oggi era 'il punto di riferimento' per le meretrici. Ovviamente dietro compenso
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di Giulia Zampina
Non solo faceva da intermediario per assicurare a donne e trans un posto riparato in cui esercitare l’attività di meretricio, ma si occupava dei piccoli lavoretti domestici per loro conto, come comprare la bombola, mandare un operaio a cambiarla e a volte era costretto anche a fare da paciere quando le occupanti della casa si trovavano in disaccordo sui clienti.
Capitava infatti che una pretendesse dall’altra, in giornate di scarso lavoro, di dividersi i fruitori delle loro prestazioni sessuali. A lui, 34enne di Catanzaro, residente a Borgia, arrestato questa mattina dai militari della Compagnia di Catanzaro agli ordini del capitano Ferdinando Angeletti, con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
La misura restrittiva è scaturita da un’attività investigativa svolta negli ultimi mesi dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Catanzaro, con la direzione del Procuratore della Repubblica, Dott. Nicola Gratteri, del Procuratore Aggiunto, Dott. Giancarlo Novelli, e del Sostituto Procuratore, Dottoressa Anna Chiara Reale. Le indagini hanno avuto origine dall’attività di osservazione dei Carabinieri che avevano notato una serie di movimenti specifici in corrispondenza di un appartamento di Squillace Lido, a seguito di una segnalazione pervenuta lo scorso 8 marzo.
Ma sono le intercettazioni telefoniche a rivelare i rapporti che le occupanti dell’appartamento avevano con l’indagato. Oltre alla questione delle bombole del gas, le donne pretendevano dall’uomo, che assecondava le loro richieste, anche le cose più semplici come il cambio delle lenzuola.
E’ chiaro che questi risultano essere gli aspetti marginali di un sistema in cui alla base c’era un vero e proprio scambio di soldi. Lasciati sopra il frigorifero, in un cassetto della casa, consegnati metà all’arrivo e il saldo alla partenza.
A meno di un mese dalla segnalazione, i carabinieri iniziarono la loro attività investigativa e ad una prima perquisizione in casa trovarono due persone, che ammisero di esercitare l’attività di escort e di essere arrivate in quell’appartamento tramite “un punto di “riferimento” il cui numero di telefono era disponibile su una bacheca di incontri a chiaro sfondo sessuale. L’indagato in realtà si era registrato con un altro nome sul sito, ma dai riscontri del numero di targa visto continuamente dai residenti del posto in quella zona e dal numero telefonico i carabinieri sono risaliti alla sua vera identità.