Quei forti legami (noti e meno noti) tra Catanzaro e Maradona foto

Il campione si è affidato a due legali catanzaresi per vedere tutelati i suoi diritti d'immagine


C’è un filo diretto che lega Diego Armando Maradona alla città di Catanzaro. Nota è infatti la sua grande amicizia con il ristoratore Stefano Ceci e con il procuratore sportivo Carlo Diana, ambedue catanzaresi da tempo trapiantati altrove ma con solidissimi legami con la propria città natale. Meno nota ma altrettanto significativa è poi la scelta fatta dal campione argentino di affidarsi proprio a due legali catanzaresi per vedere tutelati i suoi diritti d’immagine.

La vicenda trae la sua origine da una sfilata di moda svolta durante un evento celebrativo nel 2016 a Napoli. Pur avendo smesso di giocare ormai da oltre un decennio, il nome di Diego Armando Maradona è apparso un irresistibile richiamo anche per un gigante dell’alta moda come Dolce e Gabbana che durante tale evento utilizzò una modella con indossò una maglia azzurra simile a quella della squadra partenopea con sopra il numero 10 ed il nome del campione argentino.

Solo che, per i legali cui Maradona si è rivolto per tutelare i suoi diritti, i catanzaresi Ulisse Corea e Antonio Tigani Sava, tale utilizzazione era del tutto illegittima ed abusiva e così il Tribunale di Milano, con sentenza nr 11374 dello scorso 9 dicembre, ha accolto la domanda di risarcimento del danno azionata, condannando Dolce e Gabbana ad un congruo ristoro del danno d’immagine patito. Si tratta, hanno spiegato i legali catanzaresi del Pibe de Oro, i professori Corea e Tigani Sava, di un importante inedito giurisprudenziale in materia dei diritti d’autore destinato a diventare un punto di riferimento basilare per il futuro in quanto rafforza la tutela del diritto e, più in generale delle sponsorizzazioni e del merchandising.

Antonio Ciampa