L’operazione ‘Rinascita-Scott’ nella stampa internazionale foto

I maggiori quotidiani europei rimarcano la capacità della mafia calabrese di infiltrarsi nel mondo dell’economia e della politica attraverso la massoneria. Il procuratore Gratteri definito una figura "leggendaria" della giustizia italiana. Il New York Times ricorda l'agente della Dea Scott W. Sieben. 

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    di Antonio Capria

    La justice italienne décapite la Ndrangheta”. Così questa mattina titola il quotidiano francese “Le Figaro” ricostruendo i dettagli dell’operazione “Rinascita-Scott” condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Il quotidiano parla degli affari della ‘ndrangheta, del ruolo del “mammasantissima” Luigi Mancuso, ma soprattutto della capacità della mafia calabrese di infiltrarsi nel mondo dell’economia e della politica attraverso la massoneria: “‘L’affaire confirme ainsi le rôle clé joué par la franc-maçonnerie dans le développement de la ndrangheta”.  Sempre in Francia “Le Monde” titola “Vaste coup de filet contre la Mafia en Calabre”, ricordando come si sia trattato della più grande retata “réalisé depuis les maxi­procès de Palerme”.

    Ma non sono soltanto i giornali d’oltralpe ad essersi occupati in questi giorni della maxi-operazione anti-ndrangheta che ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di 334 persone.

    Il quotidiano spagnolo “El Mundo” ha titolato “Enorme redada europea contra la mafia calabresa: hay 330 detenidos”, definendo il procuratore Gratteri “una figura legendaria de la justicia italiana” e mettendo in particolare evidenza l’arresto dell’avvocato Pittelli, avvenuto “siguiendo canales masónicos con amplias ramificaciones”. Sempre in Spagna “El Pais” ha titolato “Golpe histórico a la`Ndrangheta con 334 arrestos”, ricordando come il clan Mancuso di Limbadi sia la ‘ndrina “con mayor penetración en el sistema institucional italiano” interessata “en contactar a politicos y empresarios”.

    Il quotidiano catalano “La Vanguardia” ha titolato “Italia descabeza a la Ndrangheta con el segundo mayor golpe a la mafia”, e ha citato le dichiarazioni del “fiscal Gratteri” il quale “admitió que lo que más le ha impresionado de esta investigación ha sido ‘el nivel de permeabilidad de la ndrangheta en la política e instituciones‘”. Il quotidiano di Barcellona ricorda che, a differenza di quanto avvenuto con cosa nostra e la camorra, nella ‘ndrangheta ci sono stati pochi “arrepentidos” (pentiti): “En la mafia siciliana los chivatazos desgranaron las estructuras desde dentro. Pero en la calabresa no, porque se alimenta de los vínculos familiares”.

    Il britannico “Times” ha titolato “Police chiefs and MPs among 334 mob arrests”, corredando l’articolo con una foto dell’avvocato Pittelli, “former senator for Silvio Berlusconi’s party”. Il Times ha richiamato le parole di “mr Gratteri”, “said he was trying to dismantling its criminal infrastructure like ‘Lego’”. Sempre nel Regno Unito, il “Daily Telegraph” ha parlato di “Hundreds arrested in raids on Italian mafia”. Il “Daily”, che ricorda come la Calabria sia “the toe of the Italian boot”, ha evidenziato come “some of the suspects had links to Masonic lodges in England and Scotland”. Alcuni arrestati, si legge nell’articolo, “had used their Masonic links to further the ‘Ndrangheta’s business interests”.  Anche il “Guardian” si è occupato dell’operazione, titolando “Politicians are among 300 held in Italy’s second-biggest mafia bust”, e ricordando come “the Calabrian ’Ndrangheta has increasingly eclipsed the Sicilian Cosa Nostra in power and wealth, infiltrating all sectors of Italian economic and political life”.

    Il quotidiano berlinese “Der Tagesspiegel” ha titolato “Schwerer Schlaggegen die Mafia”, citando le parole del “Staatsanwalt” Gratteri, secondo cui l’indagine “belegen die Verbindungen der Clans mit Personen aus der Welt der Politik und mit Unternehmern” (dimostra le connessioni dei clan con persone del mondo della politica e con gli imprenditori). Sempre in Germania la “Frankfurter Allgemeine Zeitung” ha titolato “Drei Heilige Könige und eine unheilige Allianz” (tre re santi e un’alleanza empia) facendo riferimento al “pizzino” con la formula di promozione a “trequartino”, in cui vengono citati i tre re magi. Nell’articolo si spiega “Wie die ’ndrangheta die italienische Politik infiltriert hat” (in che modo la ‘ndrangheta si è infiltrata nella politica italiana) e il sistema di “Illegaler Stimmenkauf” (acquisto illecito di voti).

     

    Negli Stati Uniti l’operazione è citata dal Washington Post, “More than 300 arrested in Italian mafia sweep”, mentre  il “New York Times” ha pubblicato un articolo più approfondito, titolato “Italian Police Arrest Over 300 in Early Morning Raids on Organized Crime”. Nel pezzo, che riporta anche alcuni commenti dei giornalisti Claudio Cordova e Antonio Nicaso, viene fatto riferimento alla fuga di notizie che ha reso necessario anticipare il blitz. “The police blitz had been scheduled for Friday but was hastily brought forward a day when investigators discovered that someone had tipped off the mobsters and their associates to the impending arrests. ‘Can you imagine what it means to move 3,000 men in the space of 24 hours?’ Mr. Gratteri asked reporters in Catanzaro, Calabria, where he is chief prosecutor. ‘It’s something crazy. But we had to move crazily.'” (Potete immaginare cosa significa muovere 3000 uomini in 24 ore”, ha detto ai giornalisti Gratteri, a Catanzaro, dove è procuratore capo: “E’ qualcosa di folle, ma ci siamo dovuti muovere in maniera folle”). La testata statunitense non poteva non spiegare il nome in codice dell’operazione “Rinascita-Scott”: se “Rinascita”, infatti, “referring to ‘the rebirth of the territory’”, “Scott – mr Gratteri explained – was added in memory of Scott W. Sieben, an agent with the United States Drug Enforcement Administration who ‘worked with us on many missions’ when he was based in Rome, from 2008 to 2013, and who died in 2015, after returning to the United States”. Un ricordo dell’agente della Dea statunitense impiegato in diverse missioni in Italia tra il 2008 e il 2013, e morto nel 2015 dopo il suo ritorno negli Stati Uniti.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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