Chiusura del Monte, il Comitato a difesa si scaglia contro il ‘Capitolo’ al vertice dei Cappuccini

Dura presa di posizione verso gli organismi religiosi che non hanno voluto discutere della permanenza dei Frati in città

Il Comitato a difesa della Chiesa del Monte cambia ora obiettivo e si scaglia contro gli stessi frati Cappuccini, rei, a loro dire, di non essesi battuti abbastanza contro il trasferimento e la probabile chiusura del Convento.

“Mai, come in questo caso, c’è stata tanta complicità tra vittime e carnefici.

Ormai la decisione è definitiva. C’era chi aveva sperato ed auspicato una salvezza in zona cesarini. Ma la salvezza per il Convento della Chiesa del Monte dei Morti non c’è stata. Il tentativo dell’ultimo illuminato Cappuccino di raccogliere all’interno del Capitolo le firme dei due terzi dei componenti per poter mettere all’ordine del giorno la possibilità di riaprire il discorso sui Cappuccini a Catanzaro è abortita sul nascere. Il quorum per l’approccio alla discussione non è stato raggiunto (vorremmo tanto conoscere chi ha firmato per ringraziarli de visu), come dire che la morte del Convento del Monte l’anno decretata quegli stessi Cappuccini che si sentivano traditi e abbandonati. A nulla sono serviti articoli apparsi sulla stampa, interviste televisive, assemblee popolari, gruppo facebook, raccolta di firme, l’impegno del Consiglio Comunale. Non c’era spazio per la condivisione delle esigenze dei fedeli. Su ciò che si era deciso alla chetichella non si poteva tornare indietro”.

“Il Capitolo – si legge ancora nella nota –  poteva mostrare fratellanza, umiltà, considerazione amorevole verso quei fedeli e verso tutta la cittadinanza di Catanzaro con l’accoglimento delle loro preghiere, ma non l’ha fatto. Ancora una volta l’arroganza e l’assolutismo hanno dominato i lavori svoltisi in un lussuoso albergo di un’amena località marinara (con tanti conventi a disposizione), dove il Capitolo ha voluto mostrare, ancora una volta, i suoi muscoli, disinteressandosi della Comunità dei fedeli. Proprio loro, i vertici, che si riempiono la bocca di Fratellanza.

Il Comitato, molto amareggiato, prende atto che alla loro causa, quella della permanenza dei Cappuccini a Catanzaro, dell’opposizione all’ennesima espoliazione per il Capoluogo, gli Organismi Religiosi interessati non hanno dato il necessario indispensabile apporto, tra ribaltamenti di responsabilità e mancate competenze; hanno lasciato che tutto avvenisse come da copione. Per tutte le Associazioni Culturali Catanzaresi che si sono riconosciute nel Comitato Permanente, l’interesse per il Convento del Monte non cesserà. Vigile sarà l’attesa su quello che il Capitolo, il Provinciale e il Generale dell’Ordine dei Cappuccini avranno intenzione di fare.

Il Comitato  – conclude la nota – spontaneo Permanente vigilerà ed opererà affinché anche al patrimonio librario, archivistico e storico-artistico presente nel Convento e nella chiesa del Monte – patrimonio strettamente connesso con l’identità storica e culturale della città di Catanzaro, della quale concorre a formare il patrimonio immateriale – non sia riservata la stessa sorte dei Frati e cioè che non venga asportato e portato al di fuori della città di Catanzaro, come purtroppo è già avvenuto per pregevoli beni storico-artistici. Per intanto, è stata inviata alle Soprintendenze competenti per la tutela dei beni culturali, archivistici e librari, ma anche all’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici e al Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una circostanziata missiva con la richiesta di verificare la consistenza dei beni culturali nelle due strutture religiose e di assicurare la restituzione di quelli eventualmente trasferiti altrove”.