Call center Abramo: “A breve partiranno quindi le prime attività realizzate in Smart Working”

La nota stampa dell'azienda: "ritiene di agire nel tentativo di conciliare il diritto alla salute di tutti i suoi collaboratori con la continuità aziendale"

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Leggiamo in queste ore – si legge in una nota stampa- una serie di dichiarazioni in merito alla rischiosità di contagio da Covid-19 all’interno dei call center, con qualche riferimento specifico alla realtà di Abramo CC.

Premesso che la Abramo CC sta affrontando questa emergenza, esattamente come il paese Italia, senza alcuna esperienza pregressa che possa confortare la massima reattività possibile, teniamo a sottolineare due aspetti fondamentali su cui ci stiamo concentrando: la salute dei lavoratori e la possibilità del lavoro a distanza, il lavoro agile.

Sul primo fronte sono state prese e comunicate misure inerenti la distanza di sicurezza minima tra i lavoratori, l’igiene degli ambienti e degli individui e la disponibilità dell’azienda nel venire incontro alle esigenze personali.

Sul tema lavoro agile è stato distribuito un questionario che rileva la possibilità “tecnica” per il dipendente di lavorare da casa a fronte di una mappatura interna dei lavori che sono “remotizzabili” per loro natura. Allo stesso tempo sono stati avviati gruppi di lavoro con i clienti per definire la fattibilità e le eventuali precauzioni in termini di rispetto della privacy e del GDPR. A breve partiranno quindi le prime attività realizzate in Smart Working.

E’ stato inoltre istituito un Gruppo di Lavoro permanente che si assicurerà di gestire l’emergenza “covid19” e che monitorerà il rispetto di tutte le Disposizioni interne sul tema, oltre a rispondere ai lavoratori che scriveranno alla casella email dedicata.

Il gruppo Abramo ritiene di agire nel tentativo di conciliare il diritto alla salute di tutti i suoi collaboratori con la continuità aziendale già fortemente messa alla prova da eventi di mercato che hanno impattato e stanno impattando negativamente sui risultati aziendali.

Crediamo quindi che dichiarazioni poco circonstanziate, che non tengano conto del reale sforzo profuso dall’organizzazione per reagire all’attuale calamità sanitaria, possano ulteriormente indebolire la capacità di assicurare un futuro lavorativo a migliaia di lavoratori e famiglie del sud Italia.

 

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