Operazione “Lucciole e Lanterne”: anche Giovanni De Santis fa scena muta

Secondo quanto emerso dalle indagini insieme al fratello sarebbe stato protagonista di finte unioni matrimoniali

di Antonio Capria

Anche Giovanni De Santis, difeso dall’avvocato Vittorio Ranieri, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip Teresa Guerrieri. L’uomo è coinvolto nel filone dell’inchiesta “Lucciole e lanterne” relativo ad ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ed è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora, insieme a suo padre Antonio De Santis, alla madre Rita Laface e al fratello Giuseppe De Santis, che nell’interrogatorio di ieri non hanno parlato davanti al giudice.

Secondo le ipotesi di accusa contestate dai magistrati titolari del fascicolo (i sostituti procuratori Debora Rizza e Graziella Viscomi, con il coordinamento del procuratore capo Nicola Gratteri e degli aggiunti Vincenzo Capomolla e Giancarlo Novelli), gli indagati coinvolti in questo filone apparterrebbero ad una presunta associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso l’organizzazione di matrimoni di comodo e la produzione di ulteriore documentazione falsa.

In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Catanzaro, Giovanni De Santis e il fratello Giuseppe, oltre ad essere protagonisti di finte unioni matrimoniali, avrebbero favorito quelle di altri, facendo da testimoni alle nozze.