Coronavirus, la povertà durante l’emergenza

Chiudono le mense per i poveri ma si organizzano servizi alternativi per assicurare pasti. “Prendiamoci cura di chi ha bisogno”, questo l’appello di chi lavora a servizio del prossimo

di Maria Teresa Rotundo

Non dimentichiamo mai i poveri e i bisognosi, sopratutto in questo momento. Sono l’anello più debole della catena, che soffrono per la mancanza di un tetto sulla testa e di un piatto caldo, per l’assenza di affetti su cui poter contare. E quelle realtà che da anni a Catanzaro sostengono famiglie, senza dimora ed extracomunitari non si sottraggono al compito di stargli vicino. Questi luoghi sono per tanti punto di riferimento per avere un pasto o un letto su cui riposare che con il tempo sono diventati casa, luoghi di affetto e amicizia ed ora riorganizzano, dove è possibile e non senza difficoltà, i loro spazi e servizi, continuando a prendersi cura di chi sta ai margini e che oggi è ancora più solo. E chi non può farlo ha un grande vuoto nel cuore perché sa che il suo aiuto andava aldilà del semplice gesto di offrire un piatto caldo: manca loro l’incontro, quello degli sguardi e dei sorrisi quello che appaga più di ogni altra cosa chi dona e chi riceve. Si è più distanti fisicamente è vero, ma il pensiero e l’impegno per fronteggiare la povertà non viene mai meno.

Niente mensa al Conventino ma pranzo a sacco e cestino di Sant’Antonio

Chiude la mensa del Conventino di Sant’Antonio, punto di riferimento nella città, ma si continua a pensare a chi ha bisogno grazie anche alla collaborazione di molti cittadini, fedeli, imprenditori, dell’Istituzione Comunale, del Vescovo, della Caritas diocesana e del Seminario: “Abbiamo ideato il ‘Cesto di Sant’Antonio’ grazie al quale c’è chi viene a portare quello che ha e chi prende quello di cui ha bisogno – ha sottolineato Padre Fabio Fortunato – e abbiamo anche pensato ad un servizio di pranzo d’asporto quotidiano.” Circa 50 sono i pasti offerti ogni giorno mentre sono stati chiusi nel rispetto del decreto il servizio medico e quello relativo alla raccolta di indumenti. “Chiunque volesse farlo può dare il suo contributo al nostro servizio – ha concluso – abbiamo bisogno di generi alimentari come scatolame e pasta e abbiamo anche istituto un conto corrente per contribuire al cesto.” Chiunque volesse sostenere l’iniziativa può trovare tutte le informazioni sulla pagina Facebook del Conventino.

I senzatetto. Le strutture di accoglienza notturna. La scarsa disponibilità di prodotti per l’igiene

Città Solidale ONLUS sta facendo il possibile per garantite pasti e posti letto a chi non ha una casa rispettando le direttive di sicurezza. Sono 60 i pasti che vengono quotidianamente consegnati nella zona Sud del capoluogo grazie ad un servizio itinerante, mentre una ventina sono quelli serviti nelle strutture che offrono anche un posto letto: “Stiamo lavorando seguendo tutte le precauzioni possibili – ha precisato Don Piero Puglisi – e stiamo cercando di trasformare anche i nostri servizi notturni in servizi residenziali per evitare che i nostri ospiti escano, limitando così un possibile contagio. Ci troviamo a fronteggiare anche emergenze ma lo facciamo sempre garantendo la sicurezza degli ospiti e dei volontari.” Ma tutto questo non è semplice, sopratutto ora che bisogna adottare misure e comportamenti che garantiscano un’accurata igiene dei locali: “Abbiamo bisogno di prodotti per l’igiene e chiedo ha chi ha la possibilità di sostenerci anche con generi alimentari o offerte in denaro per fronteggiare l’emergenza.”

Chiusa mensa dei poveri di Madonna di Pompei

A malincuore abbiamo dovuto sospendere il servizio mensa di Madonna di Pompei – ha raccontato Don Gaetano Rocca – lo abbiamo fatto perché gli spazi a disposizione non garantivano di poter operare con le dovute distanze di sicurezza e perché diventava un problema raggiungere la nostra sede, sia per i nostri volontari che per coloro che usufruiscono del servizio, in quanto non ci troviamo in una zona centrale della città.” Da sempre aperta a tutti la mensa di Madonna di Pompei, gestita dall’associazione Mons. Oscar Romeo, al quale è anche dedicata, assicura circa 20 pasti al giorno a nuclei familiari, senzatetto, extracomunitari che lì hanno anche trovato un luogo di amicizia, del quale per un po’ dovranno fare a meno: “A noi è pesato molto chiudere la mensa – ha proseguito – ci manca essere vicino a queste persone e prego per loro. Eravamo abituati a pranzare con loro e avremmo voluto poter continuare a farlo ma diventava molto complicato non avendo spazi adeguati e strumenti a disposizione per gestire il servizio garantendo la sicurezza. Prosegue invece il servizio Caritas della Parrocchia con la distribuzione di generi alimentari per i bisognosi del quartiere.”

L’appello: prendiamoci cura di chi si trova in povertà

Fare ora un gesto di altruismo per chi si trova in una situazione di povertà è importante e rappresenta un’azione per prendersi cura del prossimo: “Mi auguro che chi è a conoscenza di persone che si trovano in difficoltà possa attivarsi per prendersi cura di loro seguendo anche quelle che sono le regole del buon vicinato, pensando di porgere loro ad esempio un piatto caldo – ha concluso Don Gaetano – Spero che in questo momento di prova possiamo riflettere sulle nostre vite e sulle cose essenziali e che alla fine di tutto questo ci venga restituito un mondo migliore, più umano e meno individualista.”