Coronavirus, Catanzaro città rispetta il ‘resto a casa’. Lo conferma uno studio pubblicato da Repubblica

Adesione crescente alle regole. Nell’ultima settimana sino all’84 per cento in meno gli spostamenti sul territorio secondo una indagine nazionale Teralytics che analizza le celle telefoniche. In provincia invece c’è più gente in giro ma intuitivamente maggiori gli spostamenti per lavoro

Il catanzarese resta a casa ma ci ha impiegato qualche giorno per capire l’importanza delle restrizioni imposte dal governo per arginare il contagio del Coronavirus. L’adesione alle regole è stata crescente complice presumibilmente qualche ulteriore divieto imposto anche al livello locale (mercatini cancellati, parchi e lungomare off limits) o magari anche la paura di una diffusione della pandemia. Sarà quel che sarà oggi la città le regole le segue e non si tratta solo di una impressione visiva e nemmeno di empiriche ipotesi. A supporto di questa tesi una articolata indagine sugli spostamenti nelle varie zone d’Italia dall’inizio dell’emergenza sanitaria e dall’entrata in vigore del Dpcm, realizzata dall’azienda svizzera Teralytics e pubblicata oggi dal quotidiano Repubblica. L’analisi prende come riferimento gli spostamenti nel territorio analizzando in forma anonima le celle telefoniche. In parole povere si controllano i movimenti degli smartphone e si deduce quanto la gente si sposti.

Teralytics ha confrontato gli spostamenti nei giorni del lockdown con quelli di una settimana invernale “normale” precedente allo tsunami Covid, ovvero quella tra il 10 e il 16 febbraio. Gli spostamenti in città che nella prima settimana successiva all’introduzione erano ridotti solo di poco più della meta poi la tendenza alla rimanere a casa è aumentata. Negli ultimi giorni presi in considerazioni dallo studio, quelli della settimana sino al 26 marzo, questa percentuale supera costantemente il 70 per cento con punte dell’84 per cento lo scorso 22 marzo.

L’INDAGINE DI REPUBBLICA.IT

Significa in pratica che la gente, fermata dal blocco governativo, effettua un quarto degli spostamenti rispetto alla settimana di febbraio presa in considerazione. Questa la diminuzione dello spostamenti in città dall’11 marzo in poi rispetto a quei giorni di febbraio confrontando lunedì con lunedì, martedì con martedì e così via: 11 marzo riduzione del 48%, 12 marzo 55%, 13 marzo 61%, 14 marzo 71%, 15 marzo 78%, 16 marzo 65%, 17 marzo 68%, 18 marzo 68%, 19 marzo 67%, 20 marzo 69%. 21 marzo 76%, 22 marzo 84%, 23 marzo 76%. 24 marzo 73%, 25 marzo 74%, 26 marzo 74%.

Discorso un po’ differente per quanto riguarda la provincia. Anche fuori dal capoluogo  il rispetto delle regole è aumentato col passare dai giorni ma comunque anche negli ultimi giorni si registra comunque circa un terzo degli spostamenti usuali. Nelle percentuali ovviamente potrebbero pesare quelli di lavoro che intuitivamente per i non residenti nel capoluogo sono generalmente più lunghi.  Ecco i dati sempre riferiti alla diminuzione degli spostamenti in confronto con il 10-16 febbraio: 11 marzo: 34%, 12 marzo: 41%, 13 marzo 50% 14 marzo 59%, 15 marzo 54%, 16 marzo 53%. 17 marzo 53%, 18 marzo 52%, 19 marzo 53%, 20 marzo 58%, 21 marzo 65%, 22 marzo 75%, 23 marzo:69%, 24 marzo 64%, 25 marzo 64%, 26 marzo 74%.