Incassa i bonifici per la fornitura di mascherine, non le consegna ma in compenso compare sui social mentre “le dona” ad un Comune

La vicenda di una ditta che ha lasciato alcune farmacie e parafarmacie senza presidi sanitari, il responsabile però qualche tempo dopo ne regala un grosso quantitativo al sindaco della città in cui ha sede l'azienda

Due ordini per un totale di 3.500 euro, mai evasi. Accade anche questo nel tempo in cui l’emergenza Coronavirus è diventata per qualcuno occasione di speculazione. C’è chi si è riconvertito in produttore di mascherine, senza che ovviamente molte di queste possano essere certificate come presidi sanitari, chi ha acquistato e donato. Ma c’è anche chi avrebbe dovuto rifornire farmacie e parafarmacie, quelle sì con la necessità di disporre all’interno di materiale conforme alle linee guida, e invece ha pensato bene di intascare le somme inviate con bonifico e non consegnare, nei dieci giorni previsti dall’ordine, le mascherine, che per altro sarebbero dovute servire a rifornire una pubblica amministrazione. E così l’avvocato Maria Grattà, per conto delle farmacie che non hanno ricevuto quanto richiesto e pagato, ha provveduto ad agire in giudizio. Ma a tutto questo, che è evidentemente un danno, si aggiunge la beffa. Il responsabile dell’azienda che opera nella Provincia di Catanzaro infatti, qualche giorno dopo aver ricevuto i bonifici, si è fatto fotografare sui social mentre consegna in maniera gratuita e come donazione delle mascherine all’amministrazione comunale della città in cui la ditta ha sede legale. Un gesto nobile, se non fosse che c’era chi quelle mascherine, o comunque una fornitura di mascherine, le aveva pagate senza riceverle.

(LA FOTO E’ TRATTA DA ARCHIVIO WEB E NON RITRAE LE MASCHERINE OGGETTO DEGLI ORDINATIVI NON EVASI)