Decreto liquidità: I Quartieri, Altra fame e rovina?

L’italiano medio per un’altra volta capisce ben poco quello che sta succedendo

Secondo quanto detto in fase di presentazione il decreto liquidità doveva essere un mezzo economico con una potenza di fuoco elevata a disposizione per le piccole e medie imprese per evitare che queste appunto sentissero il contraccolpo finanziario che questo virus purtroppo ha generato e genererà nella nostra nazione.

Purtroppo analizzando meglio il decreto tutto quello accennato in fase di presentazione non esiste, focalizzando meglio l’attenzione sui piccoli finanziamenti quelli fino a 25000 euro, ci si renderà conto che nessuna piccola media impresa del sud accederà al credito, poiché almeno 7 imprese su 10 sono iscritte in Crif, nel registro dei cattivi pagatori, hanno ritardi sui pagamenti dei prestiti in essere, hanno protesti su un effetto cambiale etc… e quindi non hanno i parametri sufficienti per poter usufruire della liquidità necessaria che gli serve per poter respirare e continuare a mandare avanti l’attività.

La mia domanda è la seguente: ma quando si è presentato il decreto, si era detto che sarebbe stato un decreto che avrebbe aiutato le piccole e medie imprese che avrebbero potuto usufruire di una somma fino a 25000 euro con totale garanzia da parte dello stato e le banche avrebbero dovuto stanziare le somme senza valutare il merito creditizio dell’azienda, cosa si intende quindi per merito creditizio?

L’italiano medio per un’altra volta capisce ben poco quello che sta succedendo, ma ancora peggio, questo comporterà solamente altra fame e altra rovina, poiché le aziende già attanagliate prima da una forte pressione fiscale e indebitate fino al collo, tracolleranno adesso in un inesorabile agonia. 

Antonio Nisticò – Coordinatore Cittadino Associazione I QUARTIERI