Tar, il presidente Nicola Durante lascia Catanzaro. Dall’ 8 giugno a Salerno. Il suo bilancio

Torna a Salerno, lasciando una sezione con un carico di lavoro ottimale. La sua esperienza a Catanzaro e alcuni rimpianti nella conversazione che riportiamo

A Salerno c’è già stato per 9 anni, agli inizi della sua esperienza da giudice amministrativo. Da lunedì 8 giugno Nicola Durante ci ritorna da presidente di sezione interna del Tribunale amministrativo regionale della Campania. Lascia la presidenza della seconda sezione di Catanzaro per la seconda sezione di Salerno che, insieme alle altre otto di Napoli, compongono quel Tar. È un trasferimento su domanda verso una sede più grande, come si evince dalla ben più corposa composizione delle sezioni campane, rispetto alle sole tre calabresi. C’è da presumere che il dott. Durante lasci un po’ a malincuore la città dove è nato culturalmente e cresciuto professionalmente, e dove ha famiglia. Ma con la soddisfazione di avere raggiunto uno degli obiettivi che, all’inizio, si era prefisso, ovvero “l’azzeramento del contenzioso. A chi verrà dopo, lascio una sezione in cui sarà possibile fissare i ricorsi nei tempi ordinari, cioè non dopo anni, ma dopo i 60 giorni dal deposito previsti dalla legge. Restano una trentina di ricorsi non fissati, a fronte dei circa cinquemila smaltiti in tre anni, che non ho voluto mettere a ruolo proprio per non occupare le udienze da ottobre in poi. Solo per fare un paragone, a Salerno troverò le udienze pubbliche tutte già occupate fino a tutto il mese di aprile 2021. È quest’ultima la regola”.

Il successore del dottor Durante non è stato ancora nominato. Lo sarà a breve, il concorso è in itinere, il 5 giugno scade il termine di presentazione delle domande, la designazione avverrà nei tempi brevi che si concedono in queste circostanze gli organi decisionali della giustizia amministrativa. La seconda sezione del Tar di Catanzaro si occupa in prevalenza dei ricorsi in tema di edilizia, urbanistica, espropriazione, sanità ed appalti ad essa connessi, pubblico impiego privatizzato, demanio, professioni, immigrazione, contributi pubblici e fondi comunitari. Insomma, un carico di lavoro impegnativo, a giudicare dalle materie, come d’altra parte comprovato dalle cronache, anche ultime. Se fosse possibile stilare una scala valoriale dei diversi settori in cui si è impegnato, Nicola Durante annetterebbe “maggior rilievo pubblico al contenzioso in materia di sanità. In una regione come la nostra, in cui la sanità è disastrata, è un dovere morale ed uno stimolo civile occuparsene. Anche nel nostro ambito si può cercare di dare un contributo, anzi, si deve, perché obiettivamente, le cose non stanno messe bene”.

Sullo stato della giustizia amministrativa in Calabria, Nicola Durante ha le idee chiare, finanche spiazzanti: “la giustizia amministrativa di primo grado – afferma – è uno specchio dell’economia regionale. Se l’economia funziona, il contenzioso è qualificante. Quando hai più ricorsi per dinieghi per sanatoria edilizia che per dinieghi di permessi di costruire, vuol dire che in quella regione un ramo classico dell’economia non va, che non si costruisce più. Quando i ricorsi in materia di appalti riguardano più le interdittive antimafia che le aggiudicazioni, cosa significa? Che è un contenzioso “malato”. Non si può fare un bilancio esclusivamente numerico. Dal punto di vista del lavoro giudiziario, è apprezzabile che si sia smaltito un tot di ricorsi all’anno, ma da un punto di vista sociale, le cose cambiano. Ci siamo chiesti perché una massa importante di ricorsi riguarda l’ottemperanza di sentenze del giudice civile che non trovano soddisfazione da parte dell’ente pubblico per difficoltà di cassa, e allora occorre nominare il commissario ad acta che si sostituisca agli amministratori? Questo contenzioso è indicativo di una profonda sofferenza economica. La stampa non dovrebbe soffermarsi tanto su quanto lavora il Tar, ma chiedersi quale economia giunge alla sua attenzione. E la risposta, qui da noi, purtroppo, è che si tratta di un’economia fragile”.

La perspicacia delle osservazioni di Nicola Durante è consuetudine per gli studenti che seguono i suoi corsi di diritto amministrativo alla Magna Graecia di Catanzaro, o nel corso di uno dei tanti seminari in cui ha relazionato. Il suo impegno civile si è del resto pubblicamente rivelato quando ha ricoperto importanti incarichi nella pubblica amministrazione. Da aprile 2005 a luglio 2010 ha ricoperto la carica di Segretario generale della Giunta regionale della Calabria. Da luglio 2010 a maggio 2012 ha rivestito quella di capo dell’Ufficio legislativo della Giunta regionale. Giunte a indirizzo politico opposto. Di quegli anni di collaborazione con la pubblica amministrazione, Durante parla con un po’ di ritrosia: “È un’esperienza che si può fare a quaranta anni. Ci vuole un grande sforzo fisico. Bisogna essere presenti in ufficio 16 ore su 24, ricevere persone, sentire tutti e tutto, non distrarti, stare sempre dietro ai problemi. Quando stai lì, la cosa peggiore è cullarti che tutto stia andando bene, perché i dirigenti che vengono a riferirti sui singoli problemi tendono a dare tutto per bell’e risolto, per fatto: tra due mesi aggiudichiamo, tra sei mesi apriamo il cantiere. Ma se non gli stai dietro personalmente, queste cose, poi, semplicemente non accadono. Alla fine, per dirla tutta, la programmazione della legislatura 2005-10, l’unica che ho completato, a cosa si è ridotta? La Cittadella regionale, si è fatta. Ma sull’aerostazione di Lamezia si sono persi i fondi. Quanto alle metropolitane: quella di Catanzaro è iniziata, quella di Cosenza è in mezzo ad un guado, quella di Reggio non saprei proprio dirle. Dei quattro ospedali, quello di Catanzaro è stato annullato, gli altri tre non sono mai partiti. Forse Vibo è ad uno stato un tantino più avanzato. Le case della salute? non pervenute. Tutta quell’enorme programmazione messa in piedi, a distanza di dieci anni, a cosa è servita? Alla fine, i soldi, se non si spendono, si perdono. E le colpe, se e quando ci sono, dove e da chi sono mai state ricercate?”.