Aula bunker all’area ex Sir: se n’è parlato stamattina a Roma

Riunione al Ministero di Grazia e Giustizia. Con questa soluzione si evita l'ipotesi di ubicazione fuori regione

Aula bunker: se n’è parlato oggi al Ministero di Grazia e Giustizia nel corso di una riunione alla presenza di  Sergio Abramo, sindaco e presidente della Provincia di Catanzaro, Marco Polimeni, presidente del Consiglio Comunale, del Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, del presidente dell’Agenzia del Demanio, del presidente della Corte d’Appello Domenico Introcaso, del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, del presidente del Tribunale Rodolfo Palermo, del Capo del Dap, del Capo Dipartimento Giustizia Minorile, del sostituto del Commissario straordinario Emergenza Covid 19.

Oggetto dell’incontro è la collocazione dell’aula bunker, una delle più grandi del paese. Con un’estensione di 4mila metri quadrati. E sono stati proprio i requisiti richiesti dal Dicastero a dettare l’individuazione della sede più appropriata mantenendone l’ubicazione in Calabria ed, in particolare, nella provincia di Catanzaro.

Per questo motivo il ragionamento si è concentrato sull’area ex Sir, destinazione rivelatasi obbligatoria per mantenere la sede dell’aula bunker in Calabria e non in altre regioni.  In maniera provvisoria per il processo scaturito dalla maxi operazione della Dda di Catanzaro, Rinascita Scott, ma con l’orientamento di una sede fissa per il futuro capace di ospitare le sette sezioni della Corte d’Appello. L’area ex Sir risponderebbe ai requisiti base, vale a dire un’area di oltre 4mila metri quadri, spazio parcheggio adeguato, capacità contenitiva di mille persone, isolamento appropriato, ambiente open space (senza pilastri), struttura cablata, aria condizionata dei locali e disponibilità gratuita della stessa. Un requisito, quest’ultimo, che consentirebbe un notevole risparmio dei costi. L’insieme dei requisiti consentirà, invece, dopo la prima udienza di riprendere già a settembre con Rinascita Scott. Pare superato, anche, il problema del call center: con l’attivazione del lavoro in modalità smart working e con la disponibilità di altri immobili in loco non ci saranno problemi di dislocazione dei lavoratori.

C’è da ricordare che il  Comune di Catanzaro, a seguito di una conferenza  dei capogruppo, aveva dato disponibilità  del Palazzetto Greco in via Paglia – ipotesi scartata dai tecnici del Ministero in quanto carente del requisito di isolamento e degli spazi risultati non idonei in termini di volumetria. Così come sono stati scartati, anche, un grande capannone industriale sito in viale Cassiodoro  e l’area adiacente al carcere di Siano.