Pillon a piede teso nella scelta dei catanzaresi Giovanni e Stefano, ma loro replicano parlando di amore e felicità

Diventati genitori nonostante il lockdown, rispondono al firmatario di una legge che fece molto discutere

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di Giulia Zampina
“Ognuno è libero di pensare ciò che crede. Se lui non vede amore e felicità è un suo problema”.
Non intende rivolgere una parola di più a Simone Pillon, Giovanni Carpanzano, l’operatore culturale catanzarese che nei mesi scorsi è diventato padre del piccolo Enea. Una gravidanza portata avanti da una donna americana, secondo le regole e secondo tutto ciò che è consentito dalla legge. Ma Giovanni Carpanzano ha un marito, Stefano Pullano, che insieme a lui crescerà il piccolo a Catanzaro.

Simone Pillon, già firmatario di un decreto che a suo tempo fece discutere, stamattina dal suo profilo social ha pesantemente criticato la scelta. “Nella loro relazione tra adulti facciano come vogliono e se ne assumano la responsabilità, ma perché devono coinvolgere un bambino innocente? Perché devono privarlo per sempre della sua mamma?
Oltretutto in Italia è un delitto, punibile fino a due anni di reclusione…
Chi discrimina chi?
Nei prossimi giorni saremo in piazza anche per questo”. Queste le parole di Pillon a cui appunto Giovanni e Stefano non intendono dar seguito se non con le pochissime parole riportate, perché l’obiettivo ora è solo godersi la felicità che il piccolo Enea ha portato nelle loro vite.

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