Intelligence Cities Challenge, la sfida europea di Catanzaro

Cosa vuol dire la partecipazione alla rete di città intelligenti insieme a venti città dell’Unione

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Complice la tradizionale diffidenza verso qualsiasi iniziativa che, provenendo dalla Comunità europea, non parli direttamente di finanziamenti e incentivi economici, è passata un po’ sotto silenzio, o non è stata approfondita, la soddisfazione manifestata dal sindaco Sergio Abramo per l’inclusione di Catanzaro nel progetto dell’Unione Europea denominato “Intelligent Cities Challenge” (ICC), ovvero “Sfida delle Città Intelligenti”, che la vede inserita in un gruppo di 100 realtà urbane appartenenti a 20 Paesi dell’Unione.

Il programma comunitario ICC si basa sulla formazione di una rete di città impegnate su progetti di sviluppo urbano sostenibile, intelligente e digitale. Per l’Italia insieme a Catanzaro partecipano Roma, Venezia, L’Aquila, Mantova, Padova, Pescara e Reggio Emilia. Ognuno di esse apporterà le proprie esperienze in fatto di innovazione digitale in atto o programmata, nella speranza di acquisire nuovi strumenti e nuove conoscenze utili. Fa piacere essere in così buona compagnia. Soprattutto se si guarda al panel completo delle città europee interessate al progetto, e che insieme formano questa rete di smart cities. Città importanti e note internazionalmente, di grande tradizione culturale e imprenditoriale, anche snodi turistici di assoluto rilievo. Incuriositi abbiamo cercato di saperne di più, anche perché in coda alla nota diffusa dal Comune si riferisce essere già fissata in calendario, precisamente per il 28 settembre prossimo, la prima puntata di questa “sfida”. Ancora non si sa in cosa, dove e come si svolgerà l’evento, anche in considerazione della incertezza Covid correlata. Si può però tentare di prevederne grosso modo temi e modalità, sulla scorta delle precedenti esperienze.

L’ICC nasce infatti sulla scia dalla precedente iniziativa denominata “Digital Cities Challenge” (DCC), svolta tra il 2018 e il 2019, che ha contato 41 partecipanti suddivise nelle tre figure di “Città sfidanti” (tra le quali – citando le più conosciute – Granada, L’Aquila, Patrasso, Sofia, Salonicco) , di “Città partner” (Anversa, Atene, Cork, Heidelberg, Mantova, Norimberga, Padova, Reggio Emilia, Siviglia) e di “Città mentori” (Amsterdam, Barcellona, Amburgo, Lisbona, Nizza). Insieme hanno creato una visione, una strategia e una tabella di marcia per la loro trasformazione digitale. Trentacinque di esse parteciperanno anche all’ICC, trasferendo le esperienze già assimilate. Considerato che tra i nuovi partecipanti ci sono anche otto consorzi di Comuni, in realtà le città interessate saranno 128. Sulla scorta di quanto già successo per la DCC, in due anni, tra il 2020 e il 2022, le città selezionate riceveranno una guida di alta qualità e su misura, prenderanno parte a corsi di formazione di gruppo con il supporto di esperti, avranno accesso a reti di consulenza e a strumenti di sviluppo delle capacità, per guidare gli obiettivi politici prioritari e l’adozione di tecnologie avanzate, parteciperanno a una serie di eventi di alto livello e pianificheranno collettivamente cambiamenti su larga scala. In tal modo, faranno leva su tecnologie avanzate per ottenere una crescita verde, intelligente e sostenibile.

Nella precedente esperienza della DCC numerose sono state le attività portate avanti, attraverso seminari in presenza e su web, rapporti, vertici dei sindaci delle città coinvolte. Nel rapporto finale elaborato dalla direzione generale GROW della Commissione europea e dall’Agenzia esecutiva per le piccole e medie imprese (EASME) è scritto che “far parte di una rete europea di città con diversi livelli di maturità può fungere da catalizzatore per la motivazione e l’impegno dei loro decisori e ambasciatori di trasformazione”. L’ICC offrirà alle città un’opportunità unica per individuare i punti di forza locali e formulare priorità e bisogni reali, impegnarsi in collaborazioni di lunga durata per la co-progettazione e co-creazione, imparare e condividere esperienze con realtà similari e tutor locali e internazionali.

Catanzaro in particolare, secondo quanto anticipato dal sindaco Abramo, parteciperà all’ICC con un progetto sostenuto da un’ampia adesione del partenariato economico-sociale locale e da una cabina di regia comprendente l’Università Magna Grecia e l’Ordine degli Architetti. L’esito positivo della candidatura presentata attraverso l’Unità di progetto Autorità Urbana, coordinata da Antonio De Marco e Giovanni Laganà, d’intesa con il capo di gabinetto Antonio Viapiana, rappresenta, secondo Abramo, “il coronamento del lungo lavoro che il Comune ha intrapreso sulla progettazione comunitaria”.  La sfida è, naturalmente, trasferire le competenze acquisite attraverso l’ICC e altre simili esperienze formative, di indubbio valore conoscitivo e relazionale, in azioni concrete che indirizzino verso un futuro che, per essere sostenibile, deve comunque basarsi sulle opportunità del presente. Con tutte le incognite del caso.

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