‘Ndrangheta: Dda Catanzaro fa luce su un duplice tentato omicidio

Una missione fallita per la pronta e violenta reazione delle vittime designate che avrebbero risposto al fuoco

Luce su un duplice tentato omicidio avvenuto a Nicotera nel novembre del 2013. La DDA di Catanzaro guidata dal Procuratore Nicola Gratteri ha infatti emesso un avviso di conclusione indagini firmato dal Sostituto Procuratore Antonio De Bernardo con conseguente informazione di garanzia nei confronti di Salvatore Zungri, 26 anni, di Laureana di Borrello.

Deve rispondere dei reati di tentato omicidio in concorso con altri soggetti non meglio identificati aggravato dalle modalità mafiose. Una svolta clamorosa nelle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia. Quello che sembrava l’obiettivo di un agguato avvenuto nella serata del 4 novembre 2013 a Nicotera Marina risulta ora essere l’autore di un duplice ferimento. Da vittima ad indagato perché secondo l’accusa Zungri avrebbe tentato di uccidere Giuseppe Antonio e Davide Piccolo, nella stessa serata e a pochi chilometri di distanza da dove è poi stato trovato ferito.

All’epoca dei fatti Salvatore Zungri aveva appena compiuto 19 anni e a bordo di una Fiat Uno bianca rubata qualche giorno prima a Gioiosa Jonica si era recato in contrada Bragò di Nicotera Marina per compiere un duplice omicidio su mandato di un esponente della cosca Mancuso (non meglio identificato) e con altri soggetti non ancora individuati. Arrivato nelle vicinanze della casa dei Piccolo il commando avrebbe esploso diversi colpi di pistola calibro 7.65. Una missione fallita per la pronta e violenta reazione delle vittime designate che avrebbero risposto al fuoco ferendo con colpi d’arma da fuoco Zungri poi lasciato per strada poco fuori il centro abitato di Nicotera Marina dove è stato successivamente trovato ferito perché attinto da diversi colpi d’arma da fuoco in diversi punto del corpo.

Trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale Jazzolino di Vibo, Zungri è stato successivamente trasferito in prognosi riservata nel reparto di Terapia Intensiva del nosocomio di Catanzaro. Lottò per giorni tra la vita e la morte, si è ripreso e oggi si scopre che quel giorno non fu vittima ma protagonista di un agguato aggravato dalla premeditazione e da motivi abietti. Sarebbe stato organizzato per affermare la supremazia sul territorio della cosca Mancuso. In particolare Zungri aveva con i Piccolo delle questioni in sospeso per via di un mancato pagamento di una partita di droga (marijuana) e un esponente dei Mancuso ne avrebbe approfittato per commissionargli l’omicidio in cambio della promessa di ricambiare il favore con l’eliminazione del killer che aveva ammazzato il cugino Francesco.