Affidamento piscina Caliò, sequestro preventivo di 15.000 euro a carico di Mungo e Veraldi

Nelle carte firmate dal Gip Paris è chiaro che la vicenda dell'impianto sportivo fosse all'attenzione della Procura dal 2014

Ammonta a 15.000 euro la somma oggetto del decreto di sequestro preventivo a carico di Gianpaolo Mungo, ex assessore allo sport del Comune di Catanzaro e Salvatore Veraldi, all’epoca dei fatti sentimentalmente alla figlia di Mungo. I due uomini, difesi da Pitaro, Ranieri e Talerico (che ha sostituito Loiero avvocato difensore al momento dell’emissione del decreto di sequestro preventivo) hanno già ricevuto, unitamente ad Antonino Lagonia difeso da Antonio Lomonaco, l’avviso di conclusione indagini  per ciò che concerne l’affare legato alla gestione della piscina Vinicio Caliò di Catanzaro.

Una vicenda che Claudio Paris, Gip che firma il decreto di sequestro delle somme, ricostruisce senza mancare di sottolineare che la vicenda affidamento piscina era già nota alla Procura di Catanzaro nel 2014. In realtà la vicenda era nota anche alle cronache giornalistiche, poiché per ben due volte il bando di affidamento fu annullato per evidenti errori nella formulazione. Ma tant’è. Ora la questione torna alla ribalta ed è interessante leggere come  dalla gestione della piscina Mungo, scrive Paris, avesse “una sicura remunerazione”.

E’ di tutta evidenza che anche il ruolo di Antonino Lagonia, prima amico di Mungo e poi, dichiara lui stesso, sorpreso per quelle continue richieste di denaro da parte dell’ex assessore, giustificate da una richiesta di aiuto fatta al fine di arginare la rabbia delle associazioni che erano rimaste fuori dall’affidamento, vada chiarito del tutto.

Ad oggi resta agli atti però che ad un certo punto Lagonia si stanca, capisce che qualcosa non va e decide di denunciare, raccontando nei minimi particolari anche dove avvenivano le dazioni di denaro, una ad esempio presso l’azienda pubblica di cui Mungo era dipendente e come, quasi sempre in busta chiusa.

Parla di quel rapporto di lavoro fittizio in capo al Veraldi che a sua volta si giustifica dicendo “facevo volantinaggio”.

I rapporti tra Lagonia e Mungo si incrinano nel 2016, in quello stesso periodo Lagonia pubblicamente dichiara di rinunciare all’affidamento dei campi da tennis perché minacciato.

Una versione che non convince qualcuno perché la redditività dei campi da tennis era così bassa da non giustificare un interessamento economico che potesse presupporre delle minacce.

Detto ciò comunque almeno da sei anni la Procura di Catanzaro aveva acceso i riflettori sulla gestione della Piscina Vinicio Caliò. E di certo, visto l’evolversi politico e amministrativo legato proprio alla piscina, questa non sembra essere davvero l’ultima puntata.