Giro di prostituzione gestito da insospettabili, chiuse le indagini
I legali delle persone coinvolte nell'operazione Lucciole e Lantene
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Sono state chiuse le indagini per alcune delle persone coinvolte nell’operazione Lucciole e lanterne, condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro nel mese di marzo , che ha svelato un sistema di matrimoni combinati tra cittadini cinesi e italiani al fine di ottenere dei vantaggi ed un giro di prostituzione nel quale sono stati coinvolti un insospettabile odontotecnico e un altrettanto insospettabile poliziotto.
Dai mille ai duemila euro per un matrimonio combinato. Così, al termine di un’articolata indagine, la Squadra Mobile di Catanzaro diretta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Capo Nicola Gratteri, Procuratori Aggiunti Vincenzo Capomolla e Giancarlo Novelli, Sostituti Procuratori Debora Rizza e Graziella Viscomi), aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone ritenute responsabili di appartenere a un’associazione a delinquere finalizzata, tra l’altro, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso l’organizzazione di matrimoni di comodo e la produzione di ulteriore documentazione falsa. Inoltre, 4 persone erano state destinatarie di una seconda ordinanza cautelare ritenute, gravemente indiziate del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Nell’atto firmato dai magistrati si legge che si ritengono concluse le indagini a carico di Francesco Bagnato (difeso da Arturo Bova), con l’accusa di aver procacciato e sfruttato l’attività di prostituzione di alcune donne procacciando loro clienti e procurando loro anche appartamenti in cui praticare il meretricio.
Giuseppe Borrelli, (difeso da Pietro Funaro), in qualità di proprietario di un agriturismo tollerava festini a luci rosse e la pratica dell’esercizio dell’attività di prostituzione.
Bruno Dolce (difeso da Antonio Lomonaco e Antonio Ludovico) con l’accusa di aver procacciato e sfruttato l’attività di prostituzione di alcune donne procacciando loro clienti e procurando loro anche appartamenti in cui praticare il meretricio.
Antonio Fratto (difeso da Domenico Cortese) con l’accusa di aver procacciato e sfruttato l’attività di prostituzione di alcune donne procacciando loro clienti e procurando loro anche appartamenti in cui praticare il meretricio.