Omissioni di atto d’ufficio, arriva una terza denuncia dopo le prime per le presunte irregolarità in un concorso

Sugli esposti presentati dall’avvocato Mellea indaga la Guardia di finanza del capoluogo

E siamo a tre. Sono tre le denunce presentate agli organi inquirenti sulle vicende che ruotano intorno al concorso pubblico per docente di seconda fascia in Tecniche dell’incisione e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro svolto nel novembre 2019. Alle due precedenti, di cui la cronaca si è già occupata nei mesi scorsi (qui), da pochi giorni se ne è aggiunta una terza, redatta e presentata dall’avvocato Gennaro Mellea per conto di uno dei partecipanti al concorso risultandone non vincitore.

Per la cronistoria, la prima denuncia concerneva le modalità di svolgimento del concorso, a iniziare dalla composizione della commissione esaminatrice per terminare ai criteri di ammissione dei titoli assommanti la valutazione finale del docente che si è visto assegnare l’insegnamento.

La seconda denuncia, correlata alla prima per la ricorrenza di circostanze e protagonisti, ruota intorno alla gestione dei corsi “Preaccademici” programmati nell’anno 2019 e rivolti agli aspiranti allievi allo scopo “di garantire le competenze adeguate per l’accesso ai corsi di Alta formazione artistica” che costituiscono l’offerta didattica dell’ABA di Catanzaro. A sollecitare l’attenzione degli inquirenti era stato proprio l’affidamento degli insegnamenti e la loro retribuzione, confluenti in una gestione non corretta perché, secondo i querelanti, improntata a una concezione e a una pratica personalistica della quale si sarebbe avvantaggiata una ristretta cerchia di persone tutte afferenti, anche per consanguineità e affetti, all’affidatario dei corsi. Situazione configurante l’aggregarsi di un vero e proprio nucleo di potere non statuito ma fortemente presente nelle dinamiche interne all’istituzione.

La terza denuncia, l’ultima, infine, presentata sempre dall’avvocato Mellea, è rivolta essenzialmente a verificare l’eventualità di atti omissivi dei doveri d’ufficio da parte dell’ufficio di direzione dell’Accademia, per non avere attuato quanto deliberato dal Consiglio di amministrazione in merito alla revoca dell’incarico di gestione dei corsi Preaccademici e alle conseguenti azioni disciplinari.

Le indagini, i cui sviluppi sono al vaglio della procura del capoluogo, sono svolte dalla Guardia di finanza che ha già provveduto all’ascolto di numerose persone a conoscenza dei fatti oggetto d’inchiesta, così come ha acquisito diverso materiale probatorio.

Sullo sfondo permane l’incertezza di fondo e l’instabilità di governance dell’Accademia di belle arti di Catanzaro. Incertezza di fondo derivante dal lungo e mortificante peregrinare di sede in sede alla ricerca di un posto stabile e degno per esercitare le prerogative didattiche, culturali e di ricerca; incertezza che sembrava avere trovato perlomeno parziale rimedio con l’assegnazione dell’Educandato in pieno centro storico. Instabilità di governance per l’ormai estenuato contenzioso tra la direzione, affidata pro tempore al professor Vittorio Politano, e la presidenza, di cui è titolare l’architetto Giuseppe Soriero.