La Cucineddha in larghetto Sant’Angelo: chef, prelibatezze a chilometro zero e ristorazione sociale

Nel centro storico una nuova offerta di qualità molto alta e prezzi contenuti.  L’idea del circuito Arci nata con Guido Galimberti in visita a Catanzaro  

Il pesce azzurro del mare nostro. L’olio Re Nilio nato dalle rocce calcaree del monte Tiriolo, l’oliva carolea tipica della Calabria, nella sua specie più vicina a noi. Il tartufo bianco di qui. I sapori più autentici di Catanzaro. Il vino della cantina Raspa. Gli chef che cucinano a tema in una delle piazze più belle e della città, larghetto Sant’Angelo. Il modo per farla rivivere. Soprattutto, il concetto della ristorazione sociale: tutto questo è la Cucineddha. Per conoscerla meglio e velocemente si possono iniziare a visitare le pagine  Facebook Cucineddha e Da Pepè u mara c’è.

Il mio amore per la cucina – a parlare è Peppe Paone, uno dei soci del ristorante- circolo ricreativo primo anello catanzarese del circuito Arci  – mi ha portato negli anni a formarmi con gli chef per poter entrare in tutti i segreti dietro a un piatto’. Tra i suoi amici, Cristina Bowerman e Antonino Cannavacciuolo, ‘la sua idea del farti entrare in cucina’. Le mescolanze, gli abbinamenti, l’acido e il basico, le misure, gli equilibri che trasformano il semplice mangiare in un esperienza di gusto raffinata, e in convivialità. Il food che sposa la tradizione calabrese: rigorosamente la qualità del chilometro zero. ‘Non ho il congelatore’: ricorda Paone.

Peppe Paone e Mirko Scozzafava, presidente dell’associazione ‘A Cucineddha, hanno inaugurato i primi di agosto nel larghetto del centro storico, scendendo dalle scale di via de Grazia vicino alla chiesetta di Sant’Omobono questo ristorante che vuole coniugare la qualità stellata unita ai costi bassi e ai prodotti della terra. ‘Siamo soci qui, ed è ristorante sociale – spiega Paone – significa che chi vuole venire a usare la cucina per cucinare lui stesso, certamente lo può fare. C’è poi un concetto di scambio culturale e di conoscenza approfondita del chilometro zero”. La cucina è cultura e storia. Sa raccontare un popolo e i suoi usi. A cominciare dagli ingredienti.

La serata di ieri

E’ per questo che la serata di ieri, insieme a Sassone Tartufi ha avuto a larghetto Sant’Angelo lo chef calabrese Francesco Luci, con un menu fatto da: antipasto di panino al vapore alla curcuma con scarola, carpaccio di baccalà e confettura di albicocca, un primo con riso della piana di Sibari (Magisa) allo zafferano del Re gambero viola e burro acido, un secondo di filetto di ricciola con mousse di patate Silane e tartufo bianco, un dessert spuma di tiramisù al tartufo nero, accompagnate da un ricercato vino bianco delle cantine Raspa.La Cucineddha è convenzionata con l’associazione dei cuochi calabresi.

La storia

Diverse le esperienze nella ristorazione da parte di Peppe Paone, tra cui quella al ristorante La Torre in Larghetto Prigioni. ‘Circa tre anni fa tramite un grosso chef italiano ho conosciuto Guido Galimberti, che è stato a Catanzaro e abbiamo pensato alla formula della ristorazione sociale per La cucineddha. Lui è stato un po’ l’artefice, il deus ex machina’. ‘La nostra è un’offerta molto alta qualitativamente in cui gli sponsor, solo per citarne alcuni l’olio Re Nilio e le Cantine Raspa, hanno grande forza trainante, ma che presuppone molto la cultura dello stare insieme, del mangiare insieme tra amici, dello scambio, del valorizzare il locale e il nostro centro storico, del gusto, del prelibato e del nostro amore per la cucina prima di tutto’.