Paziente psichiatrico legato prima a letto e poi respinto per mancanza posti dopo la richiesta di un Tso

I parenti presentano querela alla Procura della Repubblica

Una gestione di un paziente psichiatrico dubbia e ai limiti di ciò che è concesso. E’ questo che nero su bianco hanno scritto i parenti di S.M, 51 anni, in una denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Catanzaro e corredata di materiale fotografico (per una forma di rispetto verso i lettori e per la persona coinvolta non vengono pubblicate le foto n.d.r.) e certificazioni. Per 8 giorni l’uomo viene ricoverato nel reparto dell’ospedale Pugliese e, secondo quanto riportato nella querela, viene legato mani e piedi con cinghie bollonate. Solo l’insistenza dei parenti ha fatto sì che venissero tolte per il tempo restante della degenza. Dopo essere stato dimesso l’uomo è stato riaccompagnato a casa, ma qualche giorno dopo ha aggredito la madre con una spranga di ferro. I carabinieri, intervenuti sul posto, hanno predisposto il Tso, ma il medico di turno, con una certificazione che è negli atti, revocava il provvedimento con la motivazione che non c’erano posti liberi in tutto il Sud Italia. In quell’occasione il 51enne viene trattenuto in ospedale ma non ricoverato. A quel punto i parenti, temendo anche per la loro stessa incolumità poichè il soggetto ha dimostrato la sua pericolosità, sostenuti in giudizio dall’avvocato Piero Mellea, hanno presentato formale denuncia.