Coronavirus Comalca, un operatore scrive al sindaco: “Ora cerchiamo certezze per le riaperture”

"Ad oggi, pur essendoci attenuti scrupolosamente ai provvedimenti adottati, brancoliamo nel buio"

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Lettera aperta di Francesco Gatto titolare di uno spazio del Comalca al sindaco Abramo. La riportiamo di seguito

Vorrei sottoporre alla Sua attenzione quanto avvenuto all’interno del centro agroalimentare Comalcadi Catanzaro.
Nella tarda serata del 28 settembre, il presidente del Comalca, Cirianni, a seguito di immediata segnalazione da parte di un dipendente di un’azienda operante all’interno della struttura, ha immediatamente informato le autorità di quanto accaduto, rimanendo in attesa del parere sanitario al fine di gestire il caso nel migliore dei modi.Successivamente, l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha consigliato la chiusura del Comalca, a partire da giorno 30 settembre, al fine di poter effettuare i tamponi per la ricerca di eventuali altri casi positivi del personale operante.

Alla luce di quanto avvenuto, Lei, signor sindaco, ha provveduto a sospendere tempestivamente le attività del mercato agroalimentare per ben tre giorni, al fine di poter effettuare i tamponi faringei, cosa che è avvenuta diligentemente nelle giornate del 30 settembre e del 1 ottobre, durante i quali tutti i dipendenti, gli operatori, le cooperative di servizi e personale addetto del Comalca sono stati sottoposti ai prelievi presso un presidio eccezionale istituito nell’ambito della stessa struttura.
Non posso non evidenziare, tuttavia, che ad oggi, pur essendoci attenuti scrupolosamente ai provvedimenti adottati, brancoliamo nel buio, non avendo alcuna certezza sulla riapertura del mercato.

Ciò determina l’impossibilità, per tutti noi, di attuare una seria riprogrammazione delle singole attività commerciale.
Signor sindaco, attraverso questa lettera aperta, la invito a non dimenticarsi di noi, impedisca in tutti i modi che il suo giusto e tempestivo provvedimento, adottato per arginare i contagi e garantire la sicurezza e l’incolumità di tutti, che abbiamo condiviso, si trasformi in una tenaglia burocratica tale da impedire la riapertura della struttura nei tempi da lei indicati, provocando ulteriori danni economici che risulterebbero irreparabili per le aziende presenti all’interno e per l’indotto ad esse collegato.

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