“Ho picchiato mia moglie ma non mi pento, è colpa sua”. La Squadra Mobile di Catanzaro libera madre e figlia da un incubo durato decenni

Un 62enne di Catanzaro accusato di maltrattamenti e violenze

Anni di soprusi e violenze. Un incubo dal quale finalmente due donne, madre e figlia, sono state liberate, grazie all’intervento della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro diretta da Mario Finocchiaro.

INDAGINI SERRATE DELLA SQUADRA MOBILE

Le indagini, condotte dalla sezione diretta da Alfonso Iadevaia, coordinate da Angelo Paduano ed eseguite da Claudia Tortorelli, hanno permesso di verificare le responsabilità a carico di D.V, 62 anni ed eseguire a suo carico  la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle parti offese.

L’uomo è gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia, ai danni della moglie e della figlia.

ANNI DI AGGRESSIONI E VIOLENZE

Da anni le due donne erano costrette a subire reiterate aggressioni fisiche e verbali nonché comportamenti minacciosi e mortificanti da parte dell’uomo, il quale non ammetteva che venissero messe in discussione le sue decisioni e, per futili motivi, sistematicamente le aggrediva sia verbalmente che fisicamente, denigrandole per le loro capacità e il loro aspetto fisico, arrivando anche a minacciarle con un coltello da cucina e a picchiarle lanciando loro addosso oggetti di vario genere.

La vicenda, che perdurava da un decennio, è stata ricostruita dalla sezione specializzata della Squadra Mobile che ha riscontrato diversi episodi di violenza e il grave stato di soggezione, ansia e paura in cui l’indagato aveva ridotto le vittime.

L’AMMISSIONE DELL’INDAGATO “HO PICCHIATO MIA MOGLIE MA NON MI PENTO ED E’ COLPA SUA”

Dopo l’ennesimo episodio, che ha visto l’uomo picchiare le donne con una mazza per futili motivi, la figlia ha richiesto l’intervento della Polizia di Stato e l’uomo ha ammesso, di fronte alla pattuglia intervenuta, di aver picchiato la moglie, senza manifestare alcun pentimento, anzi rivendicando addirittura di avere ragione a comportarsi in quel modo.

Sulla scorta delle risultanze investigative della Squadra Mobile, il GIP del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica  attraverso il sostituto Procuratore Irene Crea, ha quindi emesso ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle parti offese, eseguita ieri.