Commercio, servizi, viabilità: “ Quale il futuro per via Indipendenza?”

Nota stampa del Comitato che lancia strali contro l’amministrazione: quale imprenditore investirebbe oggi in città?

“Il ritorno alla normalità dopo un’estate in sordina vissuta con l’incubo del coronavirus, che ancora permane, non ha distolto i nostri valenti amministratori dal loro intento di dare a Catanzaro un riassetto alla viabilità e ai servizi, cosa ragguardevole se non fosse che lo sforzo stia minando forse l’ultimo baluardo del commercio cittadino: via Indipendenza.

Un vero e proprio accanimento- si legge in un comunicato del Comitato Via Indipendenza –  in parte per carità opportuno per l’attenzione riservata alla via dal comando dei vigili, zelanti e puntuali nel far rispettare le regole. Questo è per lo meno quanto si augurano i numerosi commercianti che affacciano le proprie vetrine sulla via e che attingono ovviamente all’ormai ridotta utenza di passaggio: ogni loro aspettativa è infatti da anni riposta solo sulla clientela, quella consolidata e affezionata, difesa faticosamente in quanto l’unica in grado di garantire loro dignità.  

Le vicende che hanno causato tutto ciò, non solo per via Indipendenza, ma anche per le vie limitrofe ed il Corso, sono state le mire espansionistiche dei nostri amministratori che nell’ultimo decennio hanno praticamente svuotato il centro di persone rendendolo in determinati orari molto simile a un deserto. Lo hanno persino inaridito di idee, perché in tali condizioni, ad eccezione di qualche “temerario”, quale imprenditore investirebbe oggi in città? I pochi commercianti rimasti sono eroi, aggrappati pervicacemente alla loro attività, resistono a tutto e a tutti, rassegnati all’impossibilità di costruire, non tanto per se, quanto per i propri figli, condannati inesorabilmente all’espatrio, là dove esistono realmente opportunità.

Perché in una realtà così compromessa qualcuno avrebbe preso di mira la zona nevralgica della città? Qual è la logica? Forse perché via Indipendenza è l’unica nella quale esistono e coesistono così tante e variegate categorie merceologiche, al punto da essere considerata una sorta di centro commerciale all’aperto? O forse perché storicamente è tra la poche a garantire ai cittadini e all’utenza una discreta qualità nei prodotti e nei servizi?

Eppure appare evidente che da qualche settimana la zona sia letteralmente bersagliata, presidiata da decine di vigili urbani, intenti al controllo, alla verifica e a punire, che attenzione è cosa sensata e inappuntabile per chi si dimostra strafottente al codice, per chi adopera il cosiddetto parcheggio selvaggio, per chi sosta sui marciapiedi impedendo agli invalidi il transito con la sedia a rotelle, per il commerciante che ancora incredibilmente non capisce che se mette la macchina davanti al negozio impedisce ad altri papabili clienti la sosta, o per chi sfrutta mezzi o mezzucci, persino presunti accrediti, per parcheggiare su posti che potrebbero, anzi dovrebbero essere utilizzati dagli avventori, i clienti.

Ma chissà- prosegue la nota del Comitato –  è forse il troppo amore per la città, che ha spinto l’amministrazione, dopo aver cambiato la viabilità in alcuni tratti, a modificare gran parte della segnaletica, riservando soli 15 miseri minuti alla sosta, troppo pochi per riuscire a completare con serenità un acquisto in uno dei negozi; o proibendo la sosta, con l’incubo della rimozione, in orari per così dire “insoliti”: all’intervallo tra le 12.45 e le 14,30 , o tra le 20.45 di sera e le 8.45 del mattino. Non si capisce la ratio, dal momento che è impensabile riservare all’utenza, già di questi tempi così rara, la capacità di perfezionare un qualunque acquisto in così poco tempo; ed è altrettanto assurdo inserire l’incubo della rimozione durante l’intervallo, o la sera in una zona dove abbondano bar, ristoranti e locali vocati alla somministrazione.

Cosa si vuole ottenere? Quale risultato si vuole raggiungere?

Perché trasformare via Indipendenza, l’unico bacino attivo e pulsante di Catanzaro, in una pista di lancio? A chi giova? Possibile che non si riesca a capire che questo modo di fare, autarchico, privo di programmazione o di un progetto centrista, ha trasformato la città in un deserto, e che purtroppo l’unico a giovarsene è il Centro Commerciale, che offre invece negozi in quantità, con tante opportunità di scelta e parcheggi a volontà, sereni e soprattutto gratuiti, e servizi.  Non contiamo più le chiusure, le serrande abbassate purtroppo, ovunque,  intere vie nelle quali campeggiano i fittasi, a prezzi, nonostante tutto, covid 19 incluso,  ancora esorbitanti.  Questa è la situazione del commercio, triste perché l’esito di quanto seminato in questi anni, in cui pochi “maledetti” e inadeguati hanno gestito tanti, e lo hanno fatto senza pensare a quali danni irreparabili sarebbero andati incontro, di quale follia sarebbero stati gli interpreti. Ci auguriamo solamente ci sia il tempo e soprattutto la forza, oltre che la volontà, per rimediare”.