Il Centro salute mentale ancora chiuso al pubblico ma aperto al personale

Dopo la positività di una tirocinante e di una dipendente nessuna notizia da parte dell’Asp sulla necessaria sanificazione

L’Asp di Catanzaro non batte colpo sulla situazione epidemiologica in corso al Centro di salute mentale di Catanzaro. Come abbiamo già riferito, dopo l’accertamento della positività al Covid di una tirocinante e di una dottoressa, il Centro è interdetto al pubblico, ma i dipendenti sono obbligati a restare in servizio coprendo normalmente i turni di lavoro, pur non potendo assolvere alle usuali mansioni: visite da effettuare e da scadenzare, interventi all’esterno e talvolta in urgenza. Ci sarebbe sempre la scappatoia individuale, e molto furbastra, di chiedere due o più giorni di ferie. Ma non sembra essere questo il rimedio più consono, soprattutto considerando che tutto si svolge all’interno della stessa Azienda, molto puntigliosa nel richiedere e ottenere la chiusura del Comalca alcune settimane fa, ma restia a concedere la temporanea chiusura a una sua struttura, il tempo necessario ad effettuare la dovuta sanificazione.

IL PERSONALE ANCORA IN ATTESA DELLA SANIFICAZIONE

I trenta, all’incirca, dipendenti del Centro di Cavita, medici infermieri ed educatori, sono stati sottoposti a tempone giovedì 22 in seguito al caso della tirocinante risultata positiva. Lo screening ha dato esito positivo per una dottoressa e negativo per tutti gli altri. I risultati sono stati comunicati soltanto nella serata di ieri. Il personale attendeva, di seguito, notizie su una celere e accurata sanificazione, necessariamente in assenza del personale. Così non è stato: tutto tace da parte del Servizio di prevenzione dell’Azienda. I dipendenti si sono naturalmente attivati a chiedere lumi al medico competente, al referente Covid delegato, all’amministrazione. Esito negativo. Che, visti i tempi, potrebbe anche essere presa per una buona notizia. Ma nella fattispecie implica ansia, stress e speriamo solo questo. Può anche darsi che l’Azienda abbia programmato gli interventi. In questo caso, però, non si comprende perché non siano stati comunicati ai diretti interessati, che, tra l’altro, come si dice, è gente del mestiere.