In manette i presunti mandanti di un duplice omicidio

La Squadra mobile della Questura di Catanzaro, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, ha arrestato esponenti di vertice della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte per l'agguato in cui morirono Giovanni Torcasio e Cristian Matarasso

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La Polizia di Stato di Catanzaro, con il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catanzaro, con il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro nei confronti di Antonio Davoli e di Pietro Iannazzo, Vincenzino Iannazzo e Domenico Cannizzaro in quanto ritenuti gravemente indiziati del concorso nel duplice omicidio di Giovanni Torcasio e Cristian Matarasso, vittime di un agguato mafioso consumato a Lamezia Terme il 29 settembre 2000.

I destinatari del provvedimento cautelare, tutti esponenti di vertice delle cosche federate della ‘ndrangheta lametina, Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte, sono già detenuti, alcuni anche nel regime dell’art. 41 bis, a seguito delle condanne riportate in relazione alla operazione “Andromeda”.

Le indagini degli agenti della Squadra Mobile di Catanzaro hanno permesso di ricostruire le fasi del cruento fatto di sangue anche grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di Giustizia, uno dei quali indagato per il medesimo delitto.

Il delitto era stato consumato al termine di un lungo inseguimento iniziato nel centro di Lamezia Terme e concluso, dopo circa 3 chilometri, nei pressi del bivio Carrà Cosentino, quando i killer, Antonio Davoli e Pietro Iannazzo, alla guida di una moto di grossa cilindrata precedentemente rubata, avevano raggiunto le vittime colpendole con numerosi colpi di pistola.

Il movente del duplice omicidio è stato ricostruito nella precisa volontà delle cosche confederate di vendicare gli omicidi di Francesco Iannazzo e di Giuseppe Cannizzaro e al contempo prevenire ulteriori omicidi dopo il tentativo di Giovanni Torcasio di rinforzarsi attraverso la ricerca, condotta all’epoca, di nuove alleanze criminali.

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