“Figlio mio, sii orgoglioso della tua Calabresità! Non lasciare che sia solo un soprabito estivo”

La nostra terra ha più Storia che futuro, mentre nel presente affanna in un marasma senza confini

di Mauro Notarangelo*

Lettera a mio figlio,

La terra è Madre! Senti un sospiro e un battito che ti accompagneranno a vita.

La nostra terra ha più Storia che futuro, mentre nel presente affanna in un marasma senza confini

Nel tuo lungo viaggio verso la vita e per altri luoghi ne porterai gli odori, i suoni e i colori, quelli celesti di un cielo terso e quelli blu violacei del mar Jonio. Porterai i viali alberati dai colori estatici in autunno della Sila e le distese e i prati verdi, e l’aria diafana e rigogliosa la sentirai ovunque andrai nel naso e nel cuore. La terra è Madre! e la nostra terra è una Madre meravigliosa.

La nostra terra ha più Storia che futuro, mentre nel presente affanna in un marasma senza confini. La nostra Madre subisce continuamente soprusi e abusi da cliché, slogan, preconcetti e pregiudizi e, il più delle volte, dai propri figli che non curano e non hanno curato la propria Madre.

Le braccia di nostra Madre son braccia stanche e, perloppiù, son braccia che afferrano il vuoto perché i figli son partiti e non son più ritornati, e son lacrime nostalgiche e amare, lacrime che urlano dolore per aver lasciato una Madre sola con la sua Storia e per averle, soprattutto, rubato il futuro, perché è una terra dove è ancora vietato sognare.

La lacrima che ride e piange sembra sottratta di speranza

Mai così in basso, sembra una scena tragicomica d’avanspettacolo. La lacrima che ride e piange sembra sottratta di speranza quasi ad accettare quel Cancro in metastasi che ha ormai infiltrato cuore, polmoni, fegato, Cultura e Istituzioni. Dove alberga l’origine dei mali?

A volte s’intravedono sguardi smarriti in cerca di idoli, di un Salvatore Commissario che ci possa tirar fuori dall’immondo guazzabuglio in cui siamo finiti. Ci si desta una o due volte l’anno, si grida, si urla, si protesta, per poi cadere in quel letargo di rassegnazione, come se il proprio futuro o il futuro dei propri figli non interessasse più.

Si coltiva l’arte del lamento e dello sfogo per evitare di specchiarsi, perché il germe è in ognuno di noi, così come le possibilità e le opportunità di cambiare questa meravigliosa terra.

Il vero Cancro è l’Indifferenza! e l’indifferenza è peggio della morte, perché si è morti in vita senza
saperlo. Come diceva qualcuno: “Libertà è partecipazione”! Siamo all’anno zero!  Figlio mio.

Il futuro si costruisce in silenzio, senza clamore, si costruisce con il fare di ogni giorno piantando nelle nostre Colture Culture

In questo periodo di Covid ci si ricorda che la nostra Sanità è allo sfascio. Questo m’indigna molto, perché il futuro si costruisce in silenzio, senza clamore, si costruisce con il fare di ogni giorno piantando nelle nostre Colture Culture competenza e meritocrazia, difendendole ogni giorno e in ogni momento, non quando si accendono i riflettori del bisogno o dell’urlo mediatico per finir in pasto a Tv da notizia spazzatura per l’ingordigia dello share.

Si è sempre a caccia di alibi, ma gli alibi sono finiti. Figlio mio, assumiti tutte le tue responsabilità e non sottrarti, anzi moltiplicati, a volte basta una semplice croce e una matita, e a volte, purtroppo, anche questo non è sufficiente, perché i partiti e gli uomini di partito avranno presentato proprio quegli uomini di gattopardiana memoria che millanteranno nuovo futuro per poi fare l’occhiolino agli amici, e agli amici degli amici, e tu uomo competente e meritorio sarai costretto a lasciare tua Madre e andar via per realizzare i tuoi sogni lontano da Lei.

La malapianta, forse, risiede in quel senso d’impunità che aleggia nell’aria, come fosse tutto normale, ma normale non è

Occhio figlio mio… a chi sale sul pulpito e fa prediche, molto spesso, coloro i quali si stanno ribellando per questo indegno spettacolo non hanno fatto il proprio dovere, partecipando a pieno titolo alla scrittura del copione consapevolmente o inconsapevolmente, forse acciecati da un’ottusa egoistica miopia di considerare il proprio giardino come il più bello del mondo, o meglio ancora, tronfi di poter disporre di Cose Pubbliche come fosse la propria casa o la propria terra.

La malapianta, forse, risiede in quel senso d’impunità che aleggia nell’aria, come fosse tutto normale, ma normale non è! La terra è una terra incrostata d’abitudini malsane ed è una terra in carenza d’ossigeno. Sono stato sempre contrario alle rivoluzioni perché, inevitabilmente, si son dimostrate come l’anticamera delle restaurazioni. Io sono e sarò per le lente e progressive evoluzioni che ti condurranno a un reale cambiamento.

Ricorda sempre che la politica siamo noi! Auspicherei che le nuove generazioni prendessero in mano il loro presente e potessero andare a parlare nelle scuole per infettare gli alunni di nuovi valori, e che potessero inoculare quel meraviglioso germe dell’Interdipendenza degli esseri umani,
e potessero dire loro che se lasci una macchina in terza fila non è un tuo diritto, ma stai commettendo un sopruso, che se si è presentato un problema perchè qualcosa in un Servizio Pubblico non ha funzionato, non si dovrà chiamare l’amico e l’amico dell’amico che risolverà ogni cosa o telefonare al politico di turno, perché è un tuo diritto che tutto funzioni per il meglio. Non ti far passare un tuo diritto per un favore, altrimenti t’ingabbierai! Ricorda che in terra Calabra ci sono teste molto sopraffine e che le eminenza grigie sono in ogni anfratto, sappi andare dentro le cose e non ti fermare alle apparenze, vai oltre la notizia, molto spesso lì si può annidare il fango mirato ad arte per screditare e colpire persone perbene.

Sii orgoglioso della tua Calabresità! Non lasciare che sia solo un soprabito estivo

Dovrai entrare nel tessuto connetivo se vorrai comprendere il corpo delle cose. Difendi la tua identità! Sii orgoglioso della tua Calabresità! Non lasciare che sia solo un soprabito estivo. Fa
che diventi sostanza e respiro. Destati dal letargo quando sarai caduto in un sonno profondo. Chiudi il sipario dell’avanspettacolo dell “Io non sapevo chi fossi”! E’ il momento delle scelte.

Non ti sottrarre, partecipa con intelligenza, misura, volontà e determinazione perché tu possa essere e sentirti protagonista, e non semplice spettatore, e perché un giorno tua Madre possa dirti: sono rigogliosa e orgogliosa di te! Ora o mai più!

*Medico psichiatra psicoterapeuta