Cgil Cisl e Uil contro lo stallo sanitario in atto e l’improvvisazione della politica

Manifestazione di protesta alla Cittadella e delegazione dal prefetto di Catanzaro. Urge il commissario ma soprattutto la messa a sistema della sanità calabrese superando le strettoie imposte dal piano di rientro

Si, è vero. C’è il problema ormai cronico della sanità in Calabria. Nelle ultime settimane è venuto fuori a tutto tondo, perlomeno nella parte emersa, con il sospetto e anzi la prevedibile certezza che sotto il livello del visibile ci siano grovigli di interessi inconfessati e giacimenti di debiti inespressi. Il sindacato unitario, Cgil Cisl e Uil, a livello delle segreterie regionali lo sa e lo va dicendo in continuità e da tempi anche meno turbolenti degli attuali. Stamattina lo ha ulteriormente ribadito promuovendo e attuando una manifestazione di protesta contro lo stallo in sanità chiamando alla correità tutti gli attori protagonisti, e anche le comparse: il governo centrale, la giunta regionale, i commissari improbabili di ieri e quelli riluttanti di oggi che hanno valuto l’abilità suprema di commutare il dramma calabrese in farsa da commedia all’italiana, con mogli che non gradiscono e mogli invece per loro è indifferente. Però, oggi Angelo Sposato Cgil Tonino Russo Cisl e Santo Biondo Uil hanno introdotto due elementi nuovi nella tavola periodica del sistema sanitario calabrese.

Generico novembre 2020

Primo la necessità di un commissario gestore con poteri ancora più larghi di quanto gli siano concessi dal nuovo Decreto Calabria in via di conversione: per superare il commissariamento occorre un super commissario, lo dice la parola stessa. Per fare questo occorre che sia lo stesso commissario a scegliere il suo gruppo di impatto, i 25 elementi competenti e specializzati che vada al di là delle figure specializzate che il decreto vuole pescare esclusivamente nell’ambito delle Aziende, caratteristica che il sindacato ritiene riduttiva rispetto agli apporti che possono venire da altri ambiti professionali e di categoria.

Secondo: emerge ancora di più il ruolo di supplenza che il sindacato unitario ha avocato a sé, considerato il silenzio, e se non è silenzio è improvvida improvvisazione, della classe politica regionale di maggioranza e di opposizione che tra l’altro si trova in piena crisi istituzionale in attesa di una improbabile rigenerazione elettorale dai tempi incerti e indefiniti.
Una situazione di stallo che Cgil Cisl e Uil ritengono non solo intollerabile ma addirittura generatrice e perpetuatrice di malaffare, tanto da indurli all’esposto presentato nei giorni scorsi in Procura, mentre si fanno insistenti le prove che in questa confusione istituzionale a guadagnarci siano soltanto gli interessi illeciti e criminogeni. È questa una delle preoccupazioni principali che Sposato Russo e Biondo presentano, subito dopo la manifestazione, al prefetto di Catanzaro perché la presenti al governo. Nello stesso tempo invocando addirittura l’intervento del Capo dello Stato, nella considerazione che il gioco al massacro dei commissari bandiera, innalzati sulle barricate dell’emergenza e subito ammainati, vada al più presto superato. Commissario subito, invocano i sindacati. Competente, autorevole ed efficace, che da subito lavori alla messa a sistema della sanità calabrese, in un processo che deve avere a disposizione strumenti straordinari. Quali: l’assunzione da parte dello Stato del debito pregresso, così come già fatto per diverse realtà metropolitane, che è oggettivamente insostenibile con le procedure previste dal piano di rientro già nella misura ufficialmente contemplata negli ultimi tavoli di revisione, figurarsi nella dimensione monstre adombrata nel miliardario debito fantasma; un piano straordinario di assunzioni che vada a colmare il vuoto di organico, stimato in 4000 unità, generato dall’applicazione di criteri contabili non compatibili con l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e con il riconoscimento del diritto costituzionale alla salute; il recupero della rete assistenziale territoriale, sacrificata in strutture ospedaliere e in personale; un’immediata attivazione del piano Covid, che faccia chiarezza sui numeri, superi il deficit di tracciabilità e doti finalmente gli ospedali dei posti letto di degenza e delle terapie intensive, risultando increscioso l’attuale dispersione di ventilatori nelle diverse aziende senza che siano messi in condizione di funzionare per mancanza di spazi e soprattutto di personale specializzato, infermieri e rianimatori.

Sono tutte misure che Sposato Russo e Biondo hanno già portato all’attenzione di tutti i livelli di ascolto, dai regionali ai parlamentari, ai ministeriali. Adesso, con la presentazione di un ultimo documento nelle mani del rappresentante territoriale del governo, compiono un ulteriore passo che serva da conoscenza e prefiguri il grave allarme sociale i cui prodromi sono da tempo avvertiti ma che si avvia a un rapido precipitare in assenza di interventi decisi, immediati, concreti.