Farmabusiness, dopo le parentele imbarazzanti anche i “comparaggi d’anello” scomodi

L'ipotesi di un accesso della commissione non sembra imminente ma tanti consiglieri comunali erano legati all'antennista che oggi è descritto come il "grande mediatore" con le cosche

“Nell’occasione l’antennista diceva all’assessore che si trovava con il suo “futuro compare d’anello”. I protagonisti di questa notazione, scritta a margine della trascrizione di una intercettazione telefonica riferita all’operazione Farmabusiness, scattata il 19 novembre scorso, a seguito di una richiesta depositata dalla Procura il 19 maggio 2020, sono Domenico Scozzafava, che secondo gli inquirenti sarebbe “il grande mediatore” tra il ricostituendo clan dei gaglianesi e la cosca Grande Aracri di Cutro, Domenico Tallini, al tempo dell’intercettazione assessore regionale e un consigliere comunale di maggioranza, allora come ora, a cui Scozzafava sarebbe stato talmente legato da fargli da “compare d’anello al matrimonio”.

L’importanza del “compare d’anello” in Calabria.

In Calabria  il compare d’anello è una figura diversa dai testimoni di nozze. Questa figura è una persona potente e facoltosa, generalmente di sesso maschile, un parente, o un amico molto intimo. E di solito del compare d’anello non si fa menzione nei documenti ufficiali del matrimonio, quindi, solo qualche fotografia dell’album di nozze potrà svelare l’arcano.

L’intercettazione a gennaio il matrimonio in estate

Anche perché la telefonata annotata e del mese di gennaio e il matrimonio si sarebbe in estate, in mezzo praticamente due stagioni metereologiche in cui tutto sarebbe potuto cambiare.

Un eventuale accesso di una commissione antimafia non sarebbe legato solo a Farmabusiness

Tra parentele imbarazzanti e comparaggi d’anello scomodi il coinvolgimento, ancorchè non diretto, di alcuni consiglieri comunali e le vicende giudiziarie di altri qualche grattacapo al sindaco Abramo potrebbero crearlo, per quanto non direttamente collegato all’inchiesta giudiziaria Farmabusiness che pure è ancora nelle fasi preliminari, quindi non in grado di produrre effetti immediati per ciò che concerne un eventuale accesso di una commissione che comunque dovrebbe avviare un istruttoria che non durerebbe meno di tre mesi.

Consiglieri comunali con legami “scomodi o imbarazzanti” non sono indagati in Farmabusiness

Allo stato i consiglieri comunali per i quali è certificato un legame di parentela, di amicizia o di altra natura con gli indagati, alcuni dei quali condannati per altri reati e, nelle more di questa inchiesta, condotti già in carcere, non risultano indagati e in ogni caso dovrebbe essere provato non solo che l’elezione è stata in qualche modo “caldeggiata” da appartenenti alle cosche, quanto che la loro attività amministrativa si stata indirizzata a favorire un ingiusto profitto per la malavita.

In cosa consiste un accesso antimafia ai sensi del Tuel e perchè lo si avvia

Non è così semplice infatti che si apra un procedimento che porti all’accesso. Certo è che le carte, e non solo quelle delle inchieste, ma anche quelle prodotte (e non prodotte) da alcuni consiglieri comunali, dimostrano l’assoluta fragilità di una intera classe dirigente che non sembra all’altezza del ruolo, senza che ciò significhi avere aderenze malavitose di alcun genere e quindi facile preda di attacchi, essi stessi non adeguatamente supportati dalla sostanza.

Perché un’amministrazione comunale venga sciolta, ai sensi del Tuel, devono esserci atti e fatti che riconducano l’attività di quell’amministrazione alla malavita o comunque ad ipotesi di reato dirette. Ma “l’invenzione del ruolo di consigliere comunale” per alcuni che in tre anni di amministrazione hanno comunque parlato solo a suon di comunicati, è solo penalmente meno grave per un capoluogo di Regione.

Scozzafava confessa di aver messo bottiglie incendiare nel 2014 per conto di Mellea, ma in quell’anno anche consiglieri comunali subirono intimidazioni

Ci sono delle circostanze piuttosto che inquietano leggendo le carte. Domenico Scozzavafa, in una conversazione con Pancrazio Opipari, confessa di aver messo delle bottiglie incendiarie a diverse attività nel 2014 e di averlo fatto per conto di Gennarino Mellea, Ma nel 2014 anche alcuni esponenti dell’allora maggioranza del consiglio comunale di Catanzaro, subirono delle intimidazioni. Non esiste un collegamento diretto tra le persone nelle carte, ma una coincidenza di date, quella sì. E a seguire anche quei famosi comunicati stampa di cui la “politica” locale si è nutrita e che sono sempre sembrati più dei messaggi a diretti interessati.

Il problema per l’amministrazione Abramo più che penale sembra essere quello di una classe dirigente troppo fragile politicamente

Insomma, se la preoccupazione maggiore degli “occupanti” di palazzo De Nobili (e anche di alcuni che stanno fuori) ora è un’eventuale accesso di una commissione antimafia, possono star tranquilli perché l’eventualità non è cosa imminente. Qualora invece qualcuno volesse preoccuparsi del dato meramente politico e appunto della fragilità amministrativa dell’attuale classe dirigente, allora sì che non ci sarebbe da dormire sonni tranquilli.