La storia della Basilica dell’Immacolata: la costruzione, la peste, i terremoti, la fede

La primaria edificazione risale al 1200 con una costruzione di più piccole dimensioni, denominata “Chiesa della Santissima Trinità”

Era il 1641 e la città di Catanzaro venne flagellata dalla peste. Un particolare episodio, tuttora narrato, ricorda quanto il virus pestilenziale si fosse propagato, tant’è che i catanzaresi oramai estenuati dall’ingente numero dei morti in città, vollero invocare la grazia della Madonna. Fu così che non sapendo a quale “Santa Vergine” rivolgere le loro preghiere per liberarsi dall’epidemia, decisero di ricorrere ad un sorteggio. Nei tre biglietti preparati scrissero i nomi della Madonna del Carmine, della Madonna del Rosario e della Madonna dell’Immacolata. Venne estratto il nome della Santa Vergine dell’Immacolata e da allora la proclamarono Patrona Principale e Protettrice, accanto a San Vitaliano.

La Basilica a Lei dedicata, che si eleva nel centro storico di Catanzaro, fu tra le prime costruzioni religiose di un certo rilievo a sorgere in città. Brevemente se ne vorrà delineare la storia ricordando che la sua primaria edificazione risale al 1200 con una costruzione di più piccole dimensioni, denominata “Chiesa della Santissima Trinità”. Nel 1252, come afferma l’Amato in un suo libro (Memorie istoriche dell’illustre e fedele città di Catanzaro), il Vescovo Frate Giacomo da Perugia volle che i Padri Francescani facessero parte di questa Diocesi alla quale egli stesso apparteneva, affidandogli la Chiesa della Trinità che conseguentemente ingrandirono, costruendovi accanto anche il convento, il primo che sorse nel centro cittadino (il Convento rimase “attivo” per molto tempo, certamente sino al 1938, allorquando fu demolito per lo sventramento del rione “Paisello” e l’allargamento dell’attuale Piazza Prefettura, tuttavia negli ultimi anni fu diversamente usato e le ultime “presenze” dei frati erano da ricondurre a pochi numeri, nel 1763 erano 7 e nel 1771 soltanto 4).

LA CAPPELLA REALE

Tornando alle “dinamiche” storiche di quell’epoca, la morfologia urbana era ovviamente diversa da quella attuale e vedeva i rioni distanti l’uno dall’altro, con aree libere o coltivate, rese perciò agricole. La Chiesa, vista la sua posizione centrale, venne sempre considerata molto importante e ciò fu determinato anche dai Re Carlo II nel 1635 e da Carlo III nel 1735, che la dichiararono “Cappella Reale”. Tuttavia le condizioni architettoniche della Chiesa non erano delle migliori, sia per  il trascorrere del tempo e sia per i numerosi terremoti che la città aveva subito, in virtù di ciò i Padri conventuali e i rappresentanti della congrega della Madonna Immacolata, che nel frattempo era sorta, decisero di erigere un nuovo tempio. La demolizione della “vecchia” chiesa avvenne tra il 1750 e il 1759, tutto il materiale di risulta venne adoperato per l’edificazione di quella nuova. Il progetto della futura Chiesa fu opera di Padre Antonio Matalona, che era architetto ed ingegnere, prevedendo all’interno tre altari nella tribuna maggiore (come da progetto originario): uno centrale per il Santissimo Sacramento dedicato alla Santissima Trinità e a San Francesco d’Assisi al quale era dedicato il Convento, quello a destra in onore della Vergine Immacolata e quello a sinistra al Patriarca San Giuseppe. La posa della prima pietra avvenne il 1 agosto del 1759, la Chiesa venne successivamente benedetta il 6 dicembre del 1763 dal Vescovo De Cumis, che, nell’occasione, fece dono dell’altare maggiore in marmo pregiato. Con il terremoto del 1783 e la distruzione del Duomo, la Chiesa divenne “Cattedrale Provvisoria”. Ma, a seguito del terremoto del 1793, si aprirono nuove problematiche fra cui una primaria: ricostruire il Duomo o ingrandire la Chiesa di San Francesco. La Chiesa, molto bella nella sua architettura, si evolveva a “croce latina” in stile settecentesco: la magnifica facciata, i marmi, le decorazioni, se pur sobrie, molto particolari, davano all’intero contesto una ricercata preziosità. A quel tempo la cupola non venne realizzata per mancanza di fondi, destinando ciò ad altro tempo e così accadde anche per le due navate laterali. C’è da dire che i frati Conventuali non godettero a lungo della “gestione” della Chiesa, poiché nel 1808 andarono via. Dunque, la realizzazione delle due navate e quasi tutta la cupola furono disposte dall’Arciconfraternita con i progetti dell’ingegnere Giuseppe Parise, inaugurandole poi nel 1887, anche se alcuni sostengono che l’anno è da riferirsi al 1881 (a tal proposito il catanzarese Giuseppe Pistoja, socio della Confraternita, donò il proprio giardino affinché si potesse erigere la navata destra).

Le otto cappelle della Chiesa, che in passato godevano del diritto di “ius patronatus”, vennero così dedicate: le quattro a sinistra a S. Teresa del Bambin Gesù, a S. Francesco di Paola, a S.Antonio di Padova e alla Madonna della Libera, le quattro a destra alla Vergine Addolorata, alle Anime del Purgatorio, a San Giuseppe e San Rocco. Tutti gli altari vennero edificati in marmo di Carrara, il più importante, quello dedicato alla Vergine Immacolata (realizzato in marmo bianco con intarsi di verde antico, barolé di Francia, fiore di persico, giallo di Siena, lapislazzuli con listelli neri), venne consacrato e benedetto nel 1775. Anche negli altri altari, come in quello “maggiore” e quello dedicato a San Vitaliano, si riconosce l’alto pregio della loro manifattura. La cupola venne definitivamente completata dall’ing. Giuseppe Parisi nel 1904 ed inaugurata proprio l’8 di dicembre, in seguito, vennero realizzati altri lavori, come ad esempio il ripristino della facciata, inaugurata poi il 7 dicembre del 1913. Gli affreschi interni della cupola furono ad opera dei pittori calabresi Antonio e Felice Fiore, altri del grande pittore calabrese, Andrea Cefaly. Oltre alle numerose e considerevoli opere, la Chiesa all’interno consta di altri preziosi abbellimenti fra cui pregevoli affreschi, particolari mosaici, le statue lignee, le bellissime vetrate istoriate e fregi ornamentali importanti (la Chiesa è stata arricchita anche da un organo monumentale elettrico). Degno di menzione anche il particolare portone ligneo affiancato da sei colonne con capitello e l’adiacente torre campanaria che fu rimaneggiata nel ‘900.

Da ricordare, ancora, che la Chiesa venne elevata a Basilica minore da Papa Pio XII il 2 settembre del 1954, con decreto della Sacra Congregazione. Nella breve narrazione qui redatta (testi consultati di G. Patari e M. De Lorenzis), si evince quanto il culto della Santa Vergine Immacolata sia stato da sempre molto caro ai catanzaresi. Attualmente, come da tradizione, viene svolta la “Cerimonia dell’intronizzazione”, che dà il via alla Novena dell’Immacolata. Durante la “Cerimonia” la statua della Vergine, che venne ordinata a Napoli nella metà del ‘700, viene posta nella nicchia dell’altare maggiore con un carrello elevatore, in un momento di particolare commozione da parte dei fedeli che l’ammirano nei suoi preziosi paramenti. La festività religiosa della Santa Immacolata Concezione avrà il suo “culmine” l’8 di dicembre con le usuali funzioni, che, a causa dell’emergenza “Coronavirus”, saranno contraddistinte da particolare attenzione.