Augias: “Se lo Stato dispiegasse l’intera sua forza per rimettere in piedi una regione derelitta, riuscirebbe a farlo”
La risposta alla riflessione dell'avvocato Stanizzi
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Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile signor stanizzi, il direttore mi ha passato la sua lettera avrebbe fatto meglio a scriverla direttamente a me sono una persona responsabile in grado di ricevere critiche e di cercare di rispondervi. Io ho detto che al momento considero la Calabria una regione perduta vorrei chiarire perché l’ho fatto.
Ci sono delle fonti per quelle parole gravi. La prima è la testimonianza del dottor Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro; testimonianza depositata nei suoi libri e da me ascoltata per averlo ospitato più volte in un mio programma televisivo. La seconda è il conteggio che ho eseguito scrupolosamente sui Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Su un totale di 295 amministrazioni, in testa Campania e Calabria: 105 ciascuna (Sicilia 74). La differenza è che la Campania ha una popolazione di 5,7 milioni di abitanti, la Calabria di 1,9 milioni. La mia frase traduceva solo queste cifre spaventose in poche parole. so benissimo che un calabrese onesto non fa notizia. so anche che la società calabrese è molto più complessa di quello che comunemente si crede D’altra parte, Mimmo Nunnari ha scritto sul Giornale della Calabria che i pregiudizi su quella regione sono un “pensiero globale” dei media, della politica, delle istituzioni, un pregiudizio assurdo ma antico: «E’ sempre stato difficile spiegare che cos’è la Calabria, oggi è ancora più difficile attraversata com’è dalla fase più delicata della sua storia col disastro della sanità, le aggressioni della mafia, il dominio del sistema politico affaristico, le istituzioni allo sbando, il malcostume del clientelismo, il record negativo di regione più povera d’Europa».
Nunnari, calabrese, è un autorevole collega, docente universitario, scrittore. Sa di che parla e come dirlo. Il quadro che esce dal suo commento è forse più negativo del mio. Credo però che condividiamo entrambi (e anche lei) la certezza che se lo Stato dispiegasse l’intera sua forza per rimettere in piedi una regione derelitta, riuscirebbe a farlo. Perché non lo faccia, quello è il problema sul quale lei dovrebbe interrogarsi altro che offese.
Cordialmente Corrado Augias