I lavoratori dello spettacolo allo stremo reclamano la riforma strutturale del settore

I ristori non bastano e non coprono tutti. In Calabria la manifestazione regionale si è svolta in piazza Prefettura

Seppure sfiancati e sfibrati da un anno di suppletive sofferenze, i lavoratori dello spettacolo non si arrendono e continuano a manifestare il loro disagio nelle piazze, virtuali o urbane che siano. Oggi in tutta Italia sono scesi sotto le bandiere dei tre sindacati unitari e delle tre federazioni che li rappresentano: Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom.

Generico febbraio 2021

In Calabria l’appuntamento, denominato “Torniamo a fare spettacolo”, è stato programmato in piazza Prefettura a Catanzaro, con evidente intento di riportare temi e richieste al livello governativo fresco di rinnovamento, anche se il ministro è rimasto lo stesso. “La manifestazione di oggi – inquadra Francesco Canino segretario generale Fistel Cisl Calabria – segue quella del 30 ottobre a Cosenza. Da allora non è cambiato nulla. I cinema sono rimasti chiusi, i teatri sono rimasti interdetti al pubblico. Alla situazione nazionale generale del settore dalla quale si levano quotidiane grida di dolore, aggiungiamo le nostre in Calabria dove il disagio se mai raddoppia o triplica, poiché non abbiamo grandi realtà, grandi strutture, grandi teatri stabili, bensì lavoratori che essendo per la maggior parte precari in un anno non hanno avuto alcun reddito. È un mondo in ginocchio”.

Salvatore Emilio Corea, responsabile cooperativa edizione straordinaria compagnia del teatro di Mu, lo descrive così: “Dietro chi va in scena ci sono almeno altri 5 lavoratori che devono essere tutelati e che non lo sono, perché evidentemente lo spettacolo è considerato cosa inutile, così come la cultura in genere. Soddisfare questa esigenza di tutela tutto un mondo potrebbe ricominciare a vivere, quello del teatro, ma anche quello della ristorazione, e dell’indotto. Per costruire una scenografia ci vogliono legname, stoffe, materiale elettrico, mobili: noi viviamo sul benessere degli altri. No è cosa agevole: dobbiamo tornare a fare aprire i teatri, riportare il pubblico in sala, adesso sta diventando veramente difficile. Sarà come ripartire dalla gavetta. I ristori che non bastano neanche ai fortunati che li percepiscono, sono qualcosa che pagheremo nei prossimi anni. Abbiamo bisogno che tutto ritorni alla normalità”.

Già, i ristori. “Apprendiamo proprio oggi – dice in proposito Saverio Ranieri segretario regionale Slc Cgil – che la Regione Calabria vuole stanziare un beneficio di mille euro ai lavoratori. Ben vengano, ma non può bastare. Non possono essere gli interventi a pioggia a risolvere le cose. Non mettiamo in dubbio le difficoltà della crisi epidemica, nessuno era preparato. Ma il modo in cui sono stati chiusi teatri, cinema, palestre, i luoghi di aggregazione culturale non sta bene. Poteva e doveva essere gestito in maniera diversa. Il mondo dello spettacolo non è solo quello dei grandi registi, attori e cantanti. Dietro c’è tutto un mondo di fonici, cameramen, tecnici audio, montatori di palco, che ogni giorno fa i conti con lavoro nero, discontinuo, non tutelato dagli ammortizzatori sociali. Occorre una riforma strutturale del settore. I problemi non nascono con il coronavirus, che li ha semmai accentuati e amplificati. Chiediamo una riforma strutturale del settore, la creazione di un tavolo tecnico permanente tra istituzioni e parti sociali. Solo così si possono trovare soluzioni che possano essere efficaci”.
Le soluzioni che i sindacati unitari prospettano con la manifestazione sono oggetto di un documento in cui si chiede un intervento pubblico e finanziamenti del settore, con modalità e tempi certi di erogazione ed un monitoraggio costante sul Fondo unico dello spettacolo; investimenti nuovi e strutturali nel tempo per la cultura anche nell’ambito del Recovery Plan; un sistema di protezione sociale con ammortizzatori adeguati per sostenere il lavoro, sviluppare l’occupazione e riconoscere le professionalità nel settore; un sistema normativo di rafforzamento e tutela sulla previdenza e l’assistenza.