Gettonopoli e tenuità del fatto, c’è chi si oppone e dice “Utilizzati due pesi e due misure”

L'avvocato Giuseppe Pitaro deposita l'opposizione al Gip per conto di Manuela Costanzo

E’ di circa 10 pagine l’atto firmato dal legale Giuseppe Pitaro per conto di Manuela Costanzo, consigliere comunale di Catanzaro, per la quale il Pubblico Ministero Pasquale Mandolfino, titolare dell’inchiesta Gettonopoli, aveva chiesto l’archiviazione della posizione riconoscendo però per l’indagata e per altri 17 nella sua posizione la tenuità del reato.

L’indagine partì a dicembre 2019, era coordinata dalla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri e condotta dalla sezione di Pg agli ordini del maggiore Gerardo Lardieri. 

Nei mesi scorsi la definizione giudiziaria dei consiglieri comunali indagati. Le posizioni sono state valutate in modo diverse dal Pm. Per 5 consiglieri è stato richiesto il rinvio a giudizio, per quattro l’archiviazione piena , per 18 (che intanto avevano rimborsato le somme contestate) l’archiviazione con il riconoscimento della tenuità del fatto.

(In basso il pezzo sulla richiesta del Pm di rinvio a giudizio per 5 consiglieri comunali indagati in Gettonopoli)

Gettonopoli, a giugno davanti al Gup 5 consiglieri comunali e 2 ex esponenti di palazzo De Nobili

La posizione della Costanzo doveva essere archiviata al pari degli altri 4 consiglieri

Secondo il legale di Manuela Costanzo, anche per lei doveva valere la richiesta di archiviazione piena, come accaduto per Gianmichele Bosco, Nicola Fiorita, Demetrio Battaglia, ed Eugenio Riccio.  Due pesi e due misure, di questo comportamento del Pm si lamenta l’avvocato Pitaro nella sua richiesta di rigetto di archiviazione con tenuità del fatto.

(La notizia della notifica della richiesta di archiviazione per la tenuità del fatto ai consiglieri che avevano rimborsato le somme contestate)

Gettonopoli, notificata la richiesta di archiviazione per tenuità del fatto ai consiglieri che avevano deciso di rimborsare

“Manuela Costanzo, – scrive Pitaro – impietrita e rammaricata per quanto, obtorto collo accaduto, già a seguito dell’avviso di chiusura indagini, senza alcuna remora ed esclusivamente mossa dall’esigenza di dimostrare, senza se e senza ma, il rispetto nutrito verso l’Istituzione comunale e più in generale verso la res publica, nonché per rispetto verso i suoi concittadini ed elettori, decideva finanche di riaccreditare alle casse comunali la somma di euro 1.419,84 contestatale dall’Ufficio di Procura. Il tutto in attesa degli sviluppi della vicenda e nutrendo la fondata aspettativa per l’auspicabile esito assolutorio della incresciosa vicenda sorta, a suo carico, salvo poi essere destinataria dell’impugnata richiesta di archiviazione” anche la durata delle osservazioni che hanno portato poi alle indagini viene contestato dal legale che scrive “ Dal monitoraggio attraverso i video, protrattosi per soli due mesi, nel periodo novembre-dicembre 2018”,

Gli interrogatori dei quattro indagati per cui è stata richiesta archiviazione piena e la posizione degli altri 18

A seguito dell’avviso alcuni  indagati (nello specifico Eugenio Riccio, Gianmichele Bosco, Nicola Fiorita e Demetrio Battaglia) rendevano interrogatorio con deposito di documentazione, contribuendo a chiarire la natura (“permanente”) delle Commissioni, le modalità dello svolgimento delle stesse e tutti i vari aspetti correlati, in sostanza contribuendo a restituire veridicità ai fatti invece travisati dall’Ufficio di Procura. Nonostante la similarità delle condotte, si delineavano le varie posizioni dei soggetti indagati. “Nei confronti della Costanzo – dice Pitaro – , al pari di altri 18 indagati, l’Ufficio di Procura – previo stralcio del procedimento e successiva derubricazione  propendeva per una richiesta di archiviazione per lieve tenuità Nello specifico, in relazione che riguarda la posizione della Costanzo quale componente della prima, terza e quarta Commissione, nella richiesta di archiviazione, l’Ufficio di Procura sottolineava come l’ipotesi delittuosa, rientrava nei limiti edittali.

A ciò si aggiungeva l’esiguità del danno arrecato, anche alla luce del riaccredito delle somme contestate al Comune di Catanzaro, il contegno collaborativo serbato dagli indagati e quello che è stato giudicato come un comportamento non abituale”

(In basso la notizia delle richieste di archiviazione per quattro consiglieri indagati in gettonopoli)

Gettonopoli, quattro le posizioni archiviate senza passare per la “tenuità del reato”

La richiesta di tenuità del fatto è illogica e contraddittoria e non restituisce credibilità politica

Il provvedimento, secondo quanto riportato da Giuseppe Pitaro,  è caratterizzato da una motivazione non condivisibile poiché quantomeno illogica e contraddittoria  sul piano della valenza processuale tra la posizione della mia patrocinata e quelle dei quattro indagati “beneficiari” e destinatari di richiesta di archiviazione (più favorevole. E ciò con tutte le conseguenze del caso che ne derivano da un provvedimento che fa piena luce sulla vicenda personale degli indagati Eugenio Riccio, Gianmichele Bosco, Nicola Fiorita e Demetrio Battaglia, restituendo agli stessi una piena “riabilitazione” politica”, a dispetto di un provvedimento tecnicamente di tenore ben diverso (come nel caso della Costanzo) che lascia “ombre” a livello di immagine e che porta anche strascichi dal punto di vista processuale.

DISPARITA’ DI TRATTAMENTO E VALUTAZIONE

Leggendo con attenzione gli esiti dell’indagine ed il tenore delle richieste di archiviazione , non può che palesarsi un’erronea valutazione degli elementi in atti e dei fatti oggetto di indagine, che ha sortito una disparità di trattamento a discapito della posizione della Costanzo.

(Le motivazioni per le quali per quattro indagati è stata chiesta la piena archiviazione)

Gettonopoli, le motivazioni per le archiviazioni piene di Battaglia, Bosco, Fiorita e Riccio

Manuela Costanzo, Riccio e Talarico hanno avuto le medesime condotte ma solo Riccio viene scagionato

La Costanzo, secondo Pitaro,  risponde delle medesime condotte sia di Fabio Talarico che di  Eugenio Riccio: tutti quali presidenti e/o verbalizzanti della quarta commissione.

Ebbene, solo  Riccio, come già evidenziato, veniva scagionato completamente dalle accuse a suo carico pur essendogli contestati i medesimi episodi della Costanzo.

Ebbene, non si comprende come il medesimo operato (essendo la Costanzo ed il Riccio entrambi verbalizzanti) abbia portato a conclusioni diametralmente opposte a beneficio del solo Riccio ed a discapito quindi della Costanzo.

Sui gettoni di presenza solo Battaglia e Fiorita hanno “giovato” dell’archiviazione dopo l’interrogatorio

Anche in relazione al presunto reato  reato di truffa per la vicenda dei c.d. “gettoni di presenza”, sempre secondo Giuseppe Pitaro,  si evince come gli elementi ed i chiarimenti forniti in sede di interrogatorio dagli indagati Fiorita e Battaglia abbiano sortito effetti diversi e “giovato”, quindi, soltanto ed esclusivamente agli stessi Fiorita e Battaglia, nonostante a quest’ultimi rispondessero delle medesime condotte contestate alla Costanzo.

Del giudizio del Pm sul “comportamento giudicato superficiale” dal Pm del presidente di Commissione Mirarchi, hanno beneficiato solo Battaglia e Fiorita

Nel prosieguo della richiesta di archiviazione, prosegue il legale di Manuela Costanzo,  il PM valorizzava quanto detto Fiorita e Battaglia dalle cui parole  emergeva il modus operandi – a dir poco superficiale – del Presidente/verbalizzante della prima Commissione, nella persona dell’indagato Mirarchi Antonio, al momento della redazione dei verbali. Tanto era sufficiente al  Pubblico Ministero per pervenire alla seguente conclusione di richiesta di archiviazione  con la quale metteva finanche in dubbio gli esiti e la bontà dell’attività investigativa a carico degli indagati Fiorita e Battaglia.

I due pesi e le due misure del Pm nei confronti degli indagati

Se l’elemento della prova, nel caso di specie, è costituto (a parere del PM) da una serie di verbali sommari, inadeguati e falsi, lo stesso elemento viene ritenuto (correttamente) meno affidabile dal PM relativamente alle posizioni di Fiorita e Battaglia. Ergo non si comprende come detta valutazione non sia stata operata, con le medesime conclusioni, anche in favore della Costanzo.

Come dire, scrive Pitaro, “due pesi e due misure”!

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