Complesso Monumentale San Giovanni, Morelli incalza: “Io? Nessuna ostilità. Voi? Siete mulini nel vento”

Avete la grande occasione di rendere libero il castello del San Giovanni. Ma lui è un castello e voi siete dei mulini, buoni a girare nel vento

Riceviamo e pubblichiamo riflessioni di Stefano Morelli, critico d’arte. 

Non riesco a capire se il silenzio dell’opposizione sulla “Querelle del San Giovanni” sia imputabile alla sua inesistenza o per una inaspettata consapevolezza che la fa cosciente di essere parte del problema. Non so. Sicuramente sarà così per la stampa, priva di opinioni e, peggio ancora, di domande. Ma così non può essere per i giovani, per gl’intellettuali, per i politici e per gli artisti, il cui silenzio rappresenta una negazione di sè. Ma tant’è; viviamo in una città sbattuta dal vento e per riparsi i suoi cittadini sono abituati a nascondersi, a sussurrare alle orecchie per paura che l’aria, smossa, le porti lontano a fare danni; a comunicare a gesti come farebbe uno spaventapasseri o un mulino con le sue pale rotanti durante una tempesta. La cittá ventosa si comporta come una cittá sotteranea, in cui tutto si muove in maniera carsica, rimanendo nascosto e marcendo.
Il comune di Catanzaro non possiede l’atto di proprietá del complesso monumentale del San Giovanni , quindi non è proprietario e di conseguenza logica chi lo occupa lo fa extralegem, abusivamente. Ciò che è sbalorditivo, oltre la notizia in se, è che questa circolava da tempo in città. Era già di dominio pubblico anche se nessuno ci faceva i conti; io stesso ne ero a conoscenza da quasi un anno ma non ci credevo. Mi chiamano pazzo ora, non conoscendo la mia ammirazione per il Vento e Don Chiscitte.

Si dice, per sminuire me e la mia denuncia, che questa sia dovuta ad una acuta forma di ostilità che proverei nei confronti della mostra che sta aprendo i battenti e dedicata a Marc Chagall . Nessuna ostilitá, forse una leggera antipatia per una delle tante mostre che sfruttano il nome di un grande artista come richiamo ma che, nonostante i costi, è costituita esclusivamente da sue opere seriali. Sono stati scritti libri su queste cose, non serve di certo la mia opinione. Non un grande affare comunque se si va a guardare il valore commerciale delle opere esposte paragonandole alla cifra stanziata per produrre la mostra,sarebbe stato meglio comprarle le stampe, ma magari hanno realizzato un bellissimo allestimento; nessuna ostilitá verso nessuno. La visiterò volentieri anche perché ho una grandissima ammirazione per la storia collezionistica della serie, e soprattutto per l’uomo che le ha raccolte insieme a molte altre. Ma questa è un’altra storia.

Rimangono in sospeso però alcune domande che nessuno pone e che sono certo, signori amministratori, continuerete ad ignororare, ma fa lo stesso:

Chi è stato a comunicare alla Municipalità di questa faglia burocratica? Il MiBACT come dichiarato dall’Assessore alla Cultura o la  Agenzia del Demanio come scritto dal Presidente della commissione consiliare al patrimonio ? E quando esattamente è stata data comunicazione e questa in cosa consisteva? Vi avranno scritto immagino. E perché, in ogni caso, non si è sentita la necessità di rendere partecipe la cittadinanza?

Appare poi incredibile che la querelle non sia saltata fuori in occasione della stipula della convenzione di affido ventennale dei locali al piano terra del Complesso monumentale con la UMG, Universita della Magna Grecia. O, prima, con l’assegnazione della gestione alla #FondazionePoliteama. Non si producono atti notarili in queste circostanze? E alla luce della conclamata non titolaritá municipale, le convenzioni restano valide? E in quale fantasioso mondo parallelo possono esserlo?

O ancora, come è stato possibile non accorgersene in occasione dei più recenti recenti lavori nelle gallerie sotterrane? Tralasciamo il fatto che ci avete fatto una cucina, ma a che titolo lo avete fatto? E la Soprintendenza che ai lavori a quella cucina avrà sovrainteso, cosi come su tutti gli altri riguardanti il complesso, in questa storia non ha nulla da dire? Non occupa forse con i suoi uffici anche lei i locali al secondo piano del Complesso? Non si sente in dovere di fare chiarezza?
Mi chiedo poi, per tornare alla mostra, con che diritto il Comune possa riscuote gli introiti della biglietteria?
Ripeto quello che ho gia scritto: siete “abusivi”, basta prenderne coscienza e farvi da parte. Questo a prescindere dai titoli e dalla burocrazia. Siete #abusivi nel vostro ruolo, perchè non all’altazza di una città piena di intelligenze, piena di artisti e piena di idee. Umiliate, derise e depresse dalla vostra arroganza. Siete abusivi nel vostro potere in un luogo che non vi appartiene.

Ripeto: Avete la grande occasione di rendere libero il castello del San Giovanni. Ma lui è un castello e voi siete dei mulini, buoni a girare nel vento, e non sò se sapete cosa sia la libertá.