“Salviamo la cartoleria Caravaggio”, parte la raccolta fondi tra cittadini e artisti del fumetto

Il titolare trova il coraggio di chiedere aiuto per salvare lo storico negozio, presente in città dal 1936, e che rischia di dover chiudere per i debiti accumulati a causa della pandemia  

«Il Covid sta distruggendo il mio sogno di portare avanti la tradizione di questo piccolo negozio storico. In questi mesi ho sperato con tutte le mie forze di poter superare la crisi economica, ma nonostante i sacrifici fatti, le perdite sono diventate incolmabili». Emiliano Lamanna, titolare della cartoleria-fumetteria “Caravaggio” di Piazza Matteotti, spiega così la sua decisione di lanciare una raccolta fondi per salvare il suo lavoro e, nel contempo, anche un negozio storico della città, presente dal 1936 fino al 1978 grazie alla famiglia Drago e poi dal ’78 sino al 2016 con la famiglia Talarico. Lamanna, tornato dall’Umbria nella sua città natale, ha rilevato l’attività nel 2017 arricchendola anche con la sua passione per i fumetti.  

cartoleria Caravaggio

E sono stati propri gli artisti del fumetto che per primi hanno rivolto la loro solidarietà ed il loro sostegno al giovane imprenditore donando alcune loro opere per la vendita all’asta. A rispondere prontamente al grido di aiuto di Lamanna, è stato il maestro Elio Bonaccorso con la donazione di due sue opere: “Japanese dream” (china su cartoncino delle dimensioni di 32 x 45,5 cm) e “Partita con la morte”, copia storica di Dylan Dog (china e acquerelli delle dimensioni di 42 cm x 30 cm). Proprio in queste ore si sta svolgendo la vendita, su e-bay, della “Partita con la morte”.

“Partita con la morte” e "Japanese dream" del maestro Lelio Bonaccorso
opere fumetti bonaccorso

«Mi vergognavo a chiedere aiuto, ma poi ho trovato il coraggio»

Non è stato facile per Emiliano ammettere di avere bisogno di aiuto, ma l’amore e la passione per quel piccolo luogo denso di storia e di ricordi, gli hanno fatto trovare il coraggio. «Questi 23 metri quadrati rappresentano oggi la mia vita, il mio lavoro – ha raccontato Lamanna -, ma questo negozio rappresenta anche un pezzo della memoria della nostra città, un luogo che ha accolto generazioni di studenti e che conserva il profumo della carta, dell’inchiostro, le emozioni dell’adolescenza». 

L’obiettivo della raccolta fondi è di raggiungere la cifra dei debiti accumulati che ammonta a 10 mila euro. «Non voglio rinunciare a questo sogno – ha detto Lamanna – perché ho sempre lavorato con onestà e dedizione. Ho solo voglia di tornare a lavorare come prima, ma senza aiuti statali a coprire delle perdite di cui non ho responsabilità e con la prolungata chiusura delle scuole, non riuscirò mai a coprire i debiti e a ripartire». 

E la solidarietà degli artisti continua

Oltre a Bonaccorso, si sono aggiunti anche illustratori come Fabio Franchi e Luca Raimondo ed altri ancora stanno manifestando la loro vicinanza con diverse forme di aiuto. 

«Sono commosso ed emozionato per il grande sostegno – ha detto ancora Emiliano – che sto ricevendo sia da amici che da illustratori e da colleghi. Con l’aiuto degli altri, attraverso una sorta di “energia sferica” (per rimanere in tema di fumetti), forse riusciremo a salvare il Caravaggio, a salvare il mio sogno lavorativo e a salvare la tradizione». 

Il sostegno dei clienti: «Tornare ad acquistare nei piccoli negozi per ridare vita alla città»

A far sentire il loro sostegno anche i clienti della cartoleria, come Tiziana De Simone che questa mattina ha acquistato alcuni articoli da Emiliano: «In questo momento è importantissimo – ha spiegato – aiutare Emiliano così come i tanti commercianti che hanno avuto grandi difficoltà a causa di questa emergenza sanitaria. Adesso che abbiamo nuovamente la possibilità di uscire, bisogna tornare ad acquistare nei piccoli negozi». 

«Fare una richiesta del genere non è da tutti – ha detto la De Simone – ci vuole coraggio per dire “ho bisogno di aiuto” e quindi questo gesto e soprattutto il sostegno di questo gesto, secondo me dovrebbero diventare simbolo di coraggio per tutti i catanzaresi, che devono far sì che questa città resti viva».