Atto aziendale Mater Domini, i dubbi e i quesiti della Cisl Medici

La sigla sindacale stigmatizza il comportamento dei vertici aziendali

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“Le contraddittorie osservazioni del rettore De Sarro in merito all’atto aziendale redatto dal Commissario Giuliano hanno suscitato una serie di reazioni, anche universitarie, ipotesi e prese di posizione. Una cosa è però certa, la violazione delle norme e della programmazione regionale”. Lo afferma Nino Accorinti della Cisl Medici Calabria: “da componente indipendente del sistema, l’Università diventerebbe parte dominante configurandosi la fine delle prerogative del SSR, fermo restando per quest’ultimo tutti gli obblighi connessi al finanziamento”.

La CISL medici aveva già prodotto numerose osservazioni e contestazioni al provvedimento “aziendale” deliberato con atto n. 238 del mese di aprile, che peraltro era stato già oggetto di “condivisione” tra rettore e commissario con successivo invio alla struttura commissariale.

“Adesso, ancor di più, la vicenda assume aspetti grotteschi e controversi che vede protagonista il Rettore De Sarro, la cui condotta poco lineare sull’atto – prima condiviso poi bocciato e successivamente oggetto di rilievi “contra legem” – appare incomprensibile.

Non meno incoerente è il comportamento dell’attore principale, cioè il Commissario Straordinario, che sembra abbia recepito nella quasi totalità le richieste del Rettore. Senza entrare nel merito specifico delle osservazioni universitarie, si rileva come il Rettore ignora che l’atto aziendale è adottato “d’intesa” “limitatamente ai Dipartimenti ad attività integrata e alle strutture complesse a direzione universitaria”, come previsto dal D.Lgs. 517/99 all’art. 3”.

“Ancora, sulle direzioni delle strutture si assiste ad un ignobile balletto sia da parte del vertice rettorile – si legge nella nota – che aziendale per la supremazia della responsabilità universitaria su quella ospedaliera, non considerando che per favorire servizi qualitativamente adeguati e sicuri ai cittadini occorre evitare che siano la provenienza istituzionale e l’autoreferenzialità ad orientare il processo di gestione. Ruoli e professionalità devono essere ugualmente considerati, rispettati ed integrati nell’ottica di una maggiore efficacia ed efficienza del sistema. Ed invece le irrazionalità sono palesi e molteplici, mentre si tralasciano il DCA 64/2016 e le linee guida nazionali e regionali che prevedono un numero di strutture semplici di 1,31 per struttura complessa”.

Nella nota si legge ancora: “Ancor di più, incoerentemente, sono stati indicati i dipartimenti ad attività integrata e l’organo di indirizzo, che invece dovrebbero essere disciplinati preliminarmente dal Protocollo d’intesa Università-Regione, ancora da elaborare. E’ lo stesso protocollo, inoltre, a dover indicare i parametri per l’individuazione delle strutture complesse funzionali alle esigenze di didattica e di ricerca della Facoltà di Medicina.

E’ tollerabile che il Rettore così come il Commissario Ad Acta, che ha redatto le recenti linee guida degli atti aziendali, disconoscano che il provvedimento necessario per l’adozione di un valido atto aziendale in una Azienda Ospedaliera Universitaria è la stipula preliminare del Protocollo d’Intesa Regione ed Università, come previsto dal D. L.gs. 517/99?”

La CISL Medici, stigmatizza il “comportamento dei vertici aziendali ed “accademici” sulla redazione “dell’atto aziendale” e si riserva, in caso il Commissario Ad Acta non provveda al ripristino corretto di principi e norme, il ricorso ai Ministri competenti ed all’autorità giudiziaria”.

 

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