Welfare, forum Catanzaro-Soverato: Regione intervenga per evitare collasso

Lettara del "Terzo Settore" ai sindaci capofila dell'ambito territoriale  Alecci e Abramo

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Facendo seguito a quanto emerso nell’incontro promosso da questo Forum territoriale con i Sindaci dei Comuni capofila degli ambiti territoriali della provincia di Catanzaro e una folta schiera degli enti del terzo settore impegnati, a vario titolo, nelle politiche di welfare territoriale, – scrive in una lettera Giuseppe Apostoliti
Portavoce del Forum territoriale Catanzaro – Soverato inviata ai sindaci capofila dellambito territoriale  Alecci e Abramo- si rappresenta e si riconferma l’urgenza di intervenire presso le istituzioni regionali, al fine di scongiurare il pericolo di collasso di tutto il sistema che sta determinando l’applicazione del regolamento in oggetto.

Dagli accorati appelli dei responsabili delle strutture assistenziali e delle diverse organizzazioni di volontariato è emersa, in tutta la sua drammaticità, la situazione che attualmente si sta vivendo. E’ dietro l’angolo il rischio di fallimento dell’intero sistema di welfare, a causa dei ritardi di pagamento delle rette dovute ai diversi centri residenziali e semi residenziali dell’ambito di Catanzaro i quali, da oltre 18 mesi, non ricevono le quote di finanziamento. E tale rischio è ancora più grave se si considera che coinvolgerà certamente tutto il sistema regionale in quanto tra le criticità del regolamento in oggetto emerge il mancato allineamento delle risorse necessarie rispetto agli adeguamenti strutturali e organizzativi richiesti. Un fallimento che colpirebbe centinaia di famiglie e soggetti fragili e con disabilità gravi che resterebbero senza servizi e centinaia di operatori che resterebbero senza lavoro!

A questo scenario di per sé altamente preoccupante e che non può lasciare indifferente tutta la classe politica e burocratica, una denuncia altrettanto preoccupante è arrivata dal portavoce dei Medici Mediass che, dati alla mano, ha illustrato quanto sia ingiusto e dannoso il piano di rientro sanitario in Calabria e il commissariamento del comparto.

Questi dati, oggetto peraltro di numerosi studi scientifici di cui ben 79 indicizzati su PUB MEDI che è il concentratore mondiale di studi scientifici più autorevole al mondo, dimostrano che la Calabria spende in farmaci più del resto d’Italia perché ha molti più malati cronici della media italiana (più di centomila). Ciò dimostra quanto la Calabria sia penalizzata alla luce del fatto che vengono assegnate risorse di molto inferiori al fabbisogno reale (v.DCA n.103 del 30/09/2015).

Inoltre è stato evidenziato come il riparto dei fondi sanitari regionali fondato sul calcolo pesato della popolazione renda ancora più problematico, dannoso e ingiusto il commissariamento della Calabria.

Ne consegue che «sforare» la spesa sanitaria a fronte di un sistema di riparto delle risorse sanitarie che non tiene conto delle variabili in gioco è ineludibile. Così com’è profondamente ingiusto non incidere sulle determinanti sociali che influenzano la qualità della vita e della salute, considerato che la popolazione della Calabria si ammala prima e muore prima.

Riteniamo utile puntualizzare di seguito le problematiche emerse grazie agli interventi che si sono susseguiti in sede di dibattito e per la soluzione delle quali si sollecita un vostro autorevole intervento presso l’Assessore Gallo e verso tutto il governo regionale finalizzato a:
– Rivedere i parametri di adeguamento delle strutture residenziali e semi residenziali sulla base delle effettive esigenze organizzative e funzionali di ciascuna struttura operativa.
– Aumentare di 20 milioni di euro le risorse destinate per il finanziamento delle strutture al fine di garantire lo stesso numero di soggetti assistibili
– Assicurare che gli Uffici di Piano trovino piena operatività, nel rispetto della normativa vigente, anche attraverso l’utilizzo in posizione di comando o di trasferimento del personale regionale in servizio presso le strutture delle politiche sociali

– Sollecitare tutto il Governo regionale a prendere atto dell’urgenza di pretendere dal Governo un sistema di riparto del FSN che tenga conto, non solo della popolazione pesata e del sistema di premialità che di fatto penalizzano ulteriormente i territori deboli, ma anche del criterio della deprivazione sociale intesa come misura di svantaggio in termini di istruzione, lavoro, abitazione e condizioni familiari”.

 

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